Cronache
Crocetta, giallo sull'intercettazione su Borsellino
Giornata di continui colpi di scena in Sicilia. "Lucia Borsellino va fatta fuori. Come suo padre". Così il medico Matteo Tutino a Rosario Crocetta, che si autosospende e si difende quasi in lacrime: "Non avevo sentito". Scoppia il caso politico con pressioni su Crocetta per le dimissioni, ma dopo qualche ora la Procura smentisce: "Nell'inchiesta quella telefonata non c'è". Ma l'Espresso conferma: "L'intercettazione esiste, fa parte dei fascicoli segretati".
LA SMENTITA DELLA PROCURA - Il procuratore della Repubblica di Palermo, Franco Lo Voi, ha smentito ufficialmente che agli dell'inchiesta sul primario dell'ospedale Villa Sofia di Palermo, Matteo Tutino, vi sia la frase "la Borsellino va fermata, va fatta fuori come suo padre". Era stato il settimanale 'L'Espresso' a riportare queste parole, sostenendo che Tutino le avrebbe dette durante una conversazione telefonica con il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta. Questo il testo integrale della dichiarazione del procuratore Lo Voi: "Con riferimento a notizie giornalistiche diffuse nella giornata di oggi secondo le quali nel corso di una telefonata intercettata tra il presidente della regione Rosario Crocetta ed il dottore Matteo Tutino quest'ultimo avrebbe affermato che la dottoressa Lucia Borsellino 'va fatta fuori. Come suo padre', ritengo necessario precisare che agli atti di questo ufficio - ed in particolare nell'ambito del procedimento n* 7399/2013/21 non risulta trascritta alcuna telefonata tra il Tutino ed il Crocetta del tenore sopra indicato. Analogamente i carabinieri del Nas che hanno condotto le indagini nel suindicato procedimento hanno escluso che una conversazione del suddetto tenore tra i predetti sia contenuta tra quelle registrate nel corso delle operazioni di intercettazione nei confronti del Tutino".
L'ESPRESSO CONFERMA: "L'INTERCETTAZIONE E' IN ATTI SEGRETATI" - La conversazione intercettata tra Crocetta e il suo medico Tutino e' negli atti segretati. Lo ribadisce L'Espresso in una nota. "La conversazione intercettata tra il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta e il primario Matteo Tutino - conferma L'Espresso - risale al 2013 e fa parte dei fascicoli segretati di uno dei tre filoni di indagine in corso sull'ospedale Villa Sofia di Palermo".
CROCETTA: "UN GIORNO DI IMMENSO DOLORE" - "Oggi e' stato un immenso dolore e una soffrenza inaudita": lo ha detto all'Agi il presidente della Regione siciliana, dopo aver appreso che il procuratore della Repubblica di Palermo, Franco Lo Voi, ha smentito l'esistenmza agli dell'inchiesta sul primario dell'ospedale Villa Sofia di Palermo, Matteo Tutino, della frase "la Borsellino va fermata, va fatta fuori come suo padre", attribuita al medico dal settimanale 'L'Espresso', secondo cui l'avrebbe pronunciata parlando al telefono con il governatore. Crocetta ha aggiunto di essere molto turbato, e non ha specicato se intenda o meno recedere dalla decisione di autosospendersi. Il presidente aveva sempre sostenuto di non aver mai sentito Tutino dire quella frase.
L'INETRCETTAZIONE - Lucia Borsellino «va fatta fuori. Come suo padre». Ovvero come Paolo Borsellino, il giudice assassinato il 19 luglio 1992. Le parole, di impatto potentissimo, sarebbero state intercettate pochi mesi fa. A pronunciarle – secondo quanto rivela l’Espresso in un’anticipazione - non sarebbe stato un capomafia, ma il medico personale di medico di Crocetta: Matteo Tutino, primario dell’ospedale palermitano Villa Sofia, arrestato nei giorni scorsi per truffa, falso e peculato. All’altro capo del telefono c’è proprio il governatore della Sicilia Rosario Crocetta, che – a quanto riferisce l’Espresso - ascolta e tace. Nessuna reazione di fronte a quel commento macabro nei confronti dell’assessore della sua giunta, scelto come simbolo di legalità in un settore da sempre culla di interessi mafiosi. Nei giorni scorsi le voci di una intercettazione shock erano circolate con insistenza, giungendo all’orecchio della stessa Borsellino, che si è dimessa dal ruolo di assessore alla Salute all’indomani dell’arresto di Turino. Dicendo, in un'intervista a Repubblica, che in dissenso nei riguardi dell'antimafia di facciata non avrebbe partecipato alle cerimonie per la commemorazione della strage di via d'Amelio.
LA PRIMA REAZIONE DI CROCETTA IN LACRIME: "NON AVEVO SENTITO". POI SI AUTOSOSPENDE - Crocetta nega di aver sentito ma poi si autosospende. Ma Crocetta, quasi in lacrime dice di non aver mai sentito quella frase: "Giuro di non averla mai udita, forse ero in viaggio, in autostrada, in una zona d'ombra. Ma se l'avessi sentita davvero avrei reagito come un dannato, avrei tolto la parola a Tutino. Lui parlava male della Borsellino, è vero, ma ripeto non l'ho sentito dire quella frase. Purtroppo - conclude il presidente - siamo tutti vittime delle telefonate altrui". "Mi auto-sospendo immediatamente da presidente della Regione". Così il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, sull'onda delle polemiche. Crocetta ha nominato come reggente il nuovo assessore alla Sanità Baldo Gucciardi.
LE REAZIONI - Il commento gelido dell'ex assessore. Lucia Borsellino commenta la frase ai microfoni del Gr di Rai Sicilia: "Mi sento intimamente offesa e provo un senso di vergogna per loro". Sulla giustificazione data da Crocetta ha risposto glaciale: "Non spetta a me fare commenti al riguardo". Salvatore Borsellino, fratello del giudice Paolo e punto di riferimento del movimento "Agende Rosse" attacca: "Quelle intercettazioni tra il medico di Crocetta e lo stesso Presidente in cui Matteo Tutino dice che bisognerebbe fare fuori mia nipote Lucia sono semplicemente gravissime, incredibili e vergognose". "Lui non dice che bisogna farla fuori dall'assessorato ma che bisogna farla fuori come suo padre - dice Salvatore Borsellino - e siccome mi risulta che suo padre è stato ucciso in maniera particolare, è gravissimo. E non perché l'abbia detto Tutino ma perché il presidente Crocetta non l'ha mai reso noto, né ha estromesso Tutino dal suo entourage. Io chiederò conto a Crocetta di questo". Quando viene a sapere che Crocetta sostiene di non avere mai sentito quella frase, replica: "Vuol dire che è stato colpito da una sordità improvvisa e temporanea...". "Fare fuori Lucia come suo padre significa solo una cosa- dice - e trovo assurdo che Crocetta non ne abbia tratto le necessarie conseguenze. Gliene chiederò conto".
La telefonata di Matteo Renzi. La giunta Crocetta traballa come non mai. Anche il premier Matteo Renzi, stamattina, ha telefonato a Lucia Borsellino per esprimerle solidarietà. Un gesto che, com'è evidente, ha anche un valore politico, visto che uno dei due interlocutori della conversazione incriminata sarebbe stato Crocetta. Ovvero un presidente della Regione del Pd. Fonti di Palazzo Chigi sottolineano che la chiamata a Lucia Borsellino è stata "la prima telefonata della giornata del premier".
La chiama anche Alfano. Il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, ha chiamato Lucia Borsellino per esprimerle "sdegno, affettuosa vicinanza e solidarietà per quelle parole che pesano in modo gravissimo e incancellabile sulla coscienza di chi le ha pronunciate". Il ministro Alfano auspica che sia vero quanto affermato dal Presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, e cioè che non ha sentito la "irripetibile frase pronunciata dal suo medico" sull'ex assessore alla Sanità.
Il Pd chiede le dimissioni. Il sottosegretario Davide Faraone non ha dubbi: "Inevitabili dimissioni Crocetta e nuove elezioni. Quelle parole su Lucia Borsellino una vergogna inaccettabile". Nel Pd si apre il fronte che porta alle dimissioni del governatore.
Il nuovo assessore: "licenziare Tutino". Il neo assessore alla Salute Baldo Gucciardi, intanto, chiede il licenziamento di Tutino: "Pur nell'assoluto rispetto delle indagini dell'autorità giudiziaria, è di tutta evidenza che le parole pronunciate dal dottor Tutino e riportate oggi da organi di stampa lo rendono, fra l'altro, incompatibile con qualsiasi rapporto giuridico e professionale con un'Azienda sanitaria pubblica. Il direttore generale dell'Azienda Villa Sofia-Cervello svolga le tempestive verifiche del caso - dice Gucciardi - e ponga immediatamente in essere i provvedimenti consequenziali".