Cronache
Morta Cesira Pardini, sopravvissuta all'eccidio di Sant'Anna di Stazzema
























All'epoca dell'eccidio nazista aveva solo 17 anni: vide sua madre morire fucilata dai tedeschi e, pur ferita grave, riuscì a mettere in salvo le sorelle
Cesira Pardini era sopravvissutta all'eccidio nazista di Sant'Anna di Stazzema dopo aver visto la madre morire
Cesira Pardini è morta all'età di 95 anni: la sopravvissuta all'eccidio di Sant'Anna di Stazzema e medaglia d'oro al merito civile è venuta a mancare nella giornata di ieri, giovedì 31 marzo. A darne notizia è Simone Tonini del museo storico della frazione versiliese.
"Ci ha lasciato Cesira Pardini" ha scritto Tonini "una colonna della memoria, una delle straordinarie donne di Sant'Anna di Stazzema. Mi ricordo nel 2008 una sua testimonianza a Sant'Anna di Stazzema, davanti alla casa di Coletti dove Cesira sopravvisse miracolosamente al massacro. C'erano tanti ragazzi ad ascoltarla, in un silenzio fragoroso, avvolti dall'emozione".
Cesira Pardini, all'epoca dell'eccidio nazista, aveva solo 17 anni: vide sua madre morire, fucilata dai tedeschi. Ma, sebbene ferita in maniera grave anche lei, e nonostante la presenza dei militari, riuscì incredibilmente a mettere in salvo le sue sorelle, compresa la più piccola, di soli 20 giorni (che morirà poi qualche giorno dopo), togliendola dalle braccia della madre dopo l'esecuzione, prima di salvare un altro bambino trovato sotto un cumulo di cadaveri.
Nel 2015 ricevette la medaglia d'oro al valore civile con questa motivazione del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: "Nel corso di un rastrellamento e del successivo feroce eccidio perpetrato dalle truppe tedesche, insieme alla madre, alle sorelle ed altri vicini, veniva catturata e messa al muro ma, sebbene ferita dai colpi di mitragliatrice, riusciva a spingere le sorelle al riparo in una stalla retrostante.
Successivamente, dopo aver tolto dalle braccia della madre uccisa anche la sorella neonata, le conduceva tutte in un luogo più sicuro, nei pressi del quale, pur nuovamente ferita dai militari in ritirata, individuava sotto un cumulo di cadaveri un bambino in tenera età ancora in vita, e lo traeva in salvo. Luminosa testimonianza di coraggio, ferma determinazione ed elevato spirito di solidarietà umana", la motivazione del riconoscimento.
"Era un evento raro quanto prezioso poter ascoltare Cesira" si legge nel ricordo di Tonini. "Sapeva trasmettere il suo coraggio e la sua tenacia nella semplicità e nella verità delle sue parole. E' grande la tristezza che ci prende sapendo che non c'è più".
"Ma è necessario" aggiunge Tonini, "trovare la forza di portare avanti i suoi insegnamenti e trasmettere la memoria e, soprattutto, saper trarre ispirazione da chi, come Cesira, ha saputo attraversare dolore e difficoltà guardando al futuro. Dobbiamo ritenerci fortunati ad averla incontrata, ora tocca a noi meritare questa fortuna".
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