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Resinovich, la Procura di Trieste cala l'asso: "Visintin aggredì e soffocò Liliana". Ecco come
Per l'accusa Liliana fu uccisa dal marito "nel parco dell'ex ospedale psichiatrico"

"Visintin aggredì e soffocò Liliana Resinovich": la tesi della Procura di Trieste anticipata dal Il Piccolo
"Visintin aggredì e soffocò Liliana Resinovich". Questa la tesi della Procura di Trieste anticipata da Il Piccolo. La ricostruzione del pubblico ministero Iozzi, è contenuta in una richiesta di incidente probatorio a carico di Sterpin. Per l'accusa Liliana fu uccisa dal marito "nel parco dell'ex ospedale psichiatrico".
Successivamente Il Piccolo ha precisato che la tesi del pubblico ministero Iozzi è contenuta in una richiesta di incidente probatorio per ascoltare Claudio Sterpin. Nella ricostruzione riportata dal quotidiano Sebastiano Visintin avrebbe aggredito sua moglie Liliana Resinovich "all'interno del parco dell'ex Opp, in prossimità di via Weiss, all'altezza del civico 21, con afferramenti, compressioni, percosse, urti e graffi, tutti indirizzati in diverse sedi del capo, alla mano destra, al torace ed agli arti" e "ne cagionava la morte avvenuta mediante soffocazione esterna diretta (asfissia meccanica esterna), quale conseguenza di afferramento e compressione del volto della vittima. I fatti sono stati commessi il 14 dicembre 2021".
Va ricordato che il marito di Lialina, Sebastiano Visintin, 72 anni, fotografo in pensione, è stato ufficialmente iscritto nel registro degli indagati con l'accusa di omicidio ad aprile 2025. Più di un mese e mezzo fa la Squadra Mobile aveva effettuato una perquisizione nella sua abitazione in via del Verrocchio, durata oltre sette ore. Al termine dell’intervento, il giorno successivo, a Visintin era stato notificato l’avviso di garanzia. L'uomo aveva dichiarato ai giornalisti di essere sereno e di voler affrontare la situazione con i suoi legali: "Io sono tranquillamente sereno, non ho nessun timore. Continuerò la mia vita, con le mie cose. Con i miei avvocati cercheremo di capire di cosa dovrò rispondere".
Visintin ha raccontato di essere rimasto seduto sul divano durante la perquisizione, senza sapere dove abbiano cercato gli agenti. Il suo avvocato, Paolo Bevilacqua, aveva dichiarato al Corriere della Sera proprio quella mattina che il suo assistito, pur non essendo formalmente indagato fino ad allora, lo era già "dal punto di vista mediatico", fin dall’inizio dell’inchiesta.