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Villa Pamphili, "la donna non era una clochard". Lo smalto, la ceretta, il vestito e...
Il completino rosa della piccola trovato in un cestino

Madre e figlia trovate morte nel parco di Villa Pamphili (Foto Lapresse)
Villa Pamphili, i cadaveri di madre e figlia e l'aspetto curato della donna che stravolge tutto
La morte di madre e figlia nel parco di Villa Pamphili a Roma resta un mistero. Gli inquirenti continuano a non escludere nessuna pista, da una parte continuano la caccia all'uomo segnalato da alcuni testimoni, dall'altra indagano sulla donna e sulla sua provenienza. Il Dna ha confermato quello che si sospettava, le vittime erano madre e figlia e sono morte in momenti diversi, forse a distanza di quattro giorni una dall'altra. In un cestino della spazzatura del parco - riporta Il Corriere della Sera - è stato trovato un vestitino rosa che quasi certamente appartiene alla piccola. È un vestito di buona fattura, integro, dal quale si punta a ricavare impronte e tracce di Dna per confrontarle con quelle sul sacco di plastica che avvolgeva la donna, pensando che possano appartenere a uno stesso uomo.
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Non ci sono segni di violenza sessuale su di loro, mentre il corpo della donna svela altri indizi che costringono a spostare almeno in parte il tiro rispetto all’ipotesi che fosse una senzatetto. Le sue unghie erano coperte di smalto ben steso, le sue gambe depilate con cura. Era arrivata da poco a Roma e aveva trovato quello come giaciglio? Forse fuggiva da qualcosa o qualcuno assieme alla figlia. Spunta anche l'indizio geografico, un tatuatore analizzando uno dei disegni sul suo corpo, ipotizza: "Nella tavola da surf tatuata ci vedo i colori della bandiera lituana".