Storia privata e storia collettiva nei lavori di Luca Vitone
Luca Vitone ospite da oggi al Pac di Milano con l’antologica “Io, Luca Vitone”
di Simonetta M. Rodinò
Le problematiche socio-politiche sembrano essere il filo rosso che unisce le opere di Luca Vitone, ospite da oggi al Pac di Milano con l’antologica “Io, Luca Vitone”.
La rassegna che si snoda lungo trent’anni di carriera del 53enne artista italiano - attualmente vive a Berlino – è in realtà un progetto corale che vede coinvolti anche il Complesso museale dei Chiostri di Sant’Eustorgio, il Museo Diocesano “Carlo Maria Martini” e il Museo del Novecento.
Il primo presenta una sezione con opere realizzate tra la fine degli anni ‘80 a oggi; il secondo è un omaggio che l’artista rende tra gli altri a Lucio Fontana, in qualità di “padre” culturale, con l’opera “Nel Nome del Padre”, proprio nella sala che custodisce un nucleo di sculture del maestro italo-argentino. Nel Museo del Novecento è allestita infine l’opera “Wide City” (1998): centro dell’installazione è un modellino della Torre Velasca, architettura simbolo della città, intorno cui sono disposte 180 fotografie, scattate dall’autore, che ritraggono i luoghi più significativi per alcune delle più numerose comunità di stranieri presenti a Milano.
Ma torniamo al PAC, dove il lavoro di sicuro impatto – il più interessante tra quelli esposti e il più dichiaratamente politico – è formato da due opere in stretta simbiosi. “Souvenir d’Italie” (lapide), sembra una targa commemorativa di marmo, di quelle che vogliono ricordare un momento cruciale della storia nazionale. Ma la storia cui Vitone riferisce il simbolo inciso è quello della loggia P2: tra i capitoli più nefasti e vergognosi del nostro passato.
Sulla parete di fronte in “Souvenir d’Italie” (Fondamenti della Seconda Repubblica) sono incisi su carta, e non su marmo, i nomi degli iscritti alla loggia massonica segreta, di carattere eversivo, guidata da Licio Gelli a partire dal 1970 in qualità di “Gran Maestro”.
(Va ricordato che la lista includeva 959 nomi, tra cui l’intero gruppo dirigente dei servizi segreti italiani, ministri parlamentari, imprenditori come Silvio Berlusconi, finanzieri come Michele Sindona e Roberto Calvi, magistrati, editori e giornalisti come Roberto Gervaso e Maurizio Costanzo. In tanti, tuttavia, nel corso degli anni hanno smentito la loro appartenenza alla loggia…)
Rispettando l’architettura della struttura, l’allestimento delle installazioni è in stretto dialogo con lo spazio che le contiene: “Nulla da dire solo da essere” (2004) in cui su ventuno bandiere rosse e nere appese si trovano citazioni ricamate che provengono dall’ambito del pensiero libertario, attraverso cui Vitone combina l’iconografia del movimento anarchico con quella delle popolazioni Rom e Sinti; “Imperium” (2014) realizzato da una componente olfattiva e da una pittorico-monocromatica; l’autobiografico “Ultimo viaggio” (2005), che racconta il viaggio in auto da Genova all’Iran percorso dal 13enne Vitone con la famiglia nell’estate del 1977, viaggio oggi impossibile per i mutamenti geopolitici, e l’opera “Corteggiamento” (2003-2004) nella sua versione integrale con tutte e nove le sculture musicali dedicate alle muse.
La mostra si potrà visitare gratuitamente nelle tre sedi per tutta la giornata di sabato.
PAC - Padiglione d'Arte Contemporanea
Via Palestro 14 - Milano
13 ottobre – 3 dicembre 2017
Infoline: 02/88446359
Orari: mercoledì, venerdì, sabato e domenica 9,30-19,30; martedì e giovedì 9.30-22.30 – chiuso lunedì
Ingesso: intero € 8 – ridotto € 6,50
Museo del Novecento – Via Marconi 1 – Milano – www.museodelnovecento.org
Chiostri di Sant’Eustorgio – Piazza Sant’Eustorgio 3 – Milano – www.chiostrisanteustorgio.it
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