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Culture
Tempio G di Selinunte: i restauri raccontati in un libro

Per il Presidente del Consiglio superiore dei Beni Culturali Giuliano Volpe, che ha coordinato la presentazione,  una efficace comunicazione indispensabile alla valorizzazione del patrimonio culturale

Il mondo dell’archeologia si mobilita per Selinunte: oggi sono gli studiosi più accreditati dell’arte antica a ricordare al mondo che il parco archeologico più grande d’Europa rischia di degradare lentamente. Il dibattito sulla conservazione del sito e più in generale dei monumenti archeologici riprende slancio con la raccolta di saggi “Selinunte. Restauri dall’antico”, importante volume di 600 pagine e 500 illustrazioni, promosso e curato dalla Fondazione Sorgente Group, pubblicato da De Luca Editori d’Arte e Musa Comunicazione.

Il libro è stato presentato nella Sala Spadolini nel Collegio Romano (MiBACT) lunedì 21, alla presenza del Presidente del Consiglio Superiore dei Beni Culturali e Paesaggistici Giuliano Volpe, del Sovrintendente Capitolino Claudio Parisi Presicce, della ex Direttrice del Parco di Selinunte Caterina greco, dell’archeologo e scrittore Valerio Massimo Manfredi e del Direttore Scientifico della Fondazione Sorgente Group Claudio Strinati.

L’iniziativa si riallaccia al convegno “Selinus 2011”, quando studiosi del calibro di Dieter Martens, Sebastiano Tusa, Heinze Beste, Enzo Lippolis e Mario Torelli si sono confrontati sulle sperimentazioni compiute nel campo della conservazione e della riconfigurazione dei monumenti archeologici. In particolare sul Tempio G di Selinunte si è focalizzato l’interesse dell’approfondita ricerca sostenuta con entusiasmo dalla Fondazione Sorgente Group, che l’ha interamente finanziata con un contributo di 120 mila euro. Lo studio, condotto da Mario Luni dell’Università di Urbino e coordinato dallo scrittore archeologo Valerio Massimo Manfredi, ha portato anche a costruire un modello in scala del Tempio G, composto da 6 mila pezzi di legno. “Per la prima volta – rileva Manfredi – è stato effettuato uno studio completo sul tempio, con rilievi delle sezioni reali e ricostruttive dell’edificio, che hanno reso possibile realizzare il modello, generosamente donato al parco di Selinunte, dove oggi è esposto”.

sorgente monumenti
 

“Abbiamo accolto con molto entusiasmo la proposta di sostenere questo progetto di indagine archeologica e recupero del Tempio G di Selinunte, occasione per porre al centro dell’attenzione un sito archeologico unico al mondo. L’entusiasmo coraggioso di Mario Luni, che ricordiamo con stima, e di Valerio Massimo Manfredi ci hanno contagiato esortandoci a sostenere le fasi successive con la realizzazione del modellino in scala, del convegno e di questa pubblicazione, che testimonia l’enorme lavoro fatto dagli archeologi per le Antichità”, dichiarano Valter e Paola Mainetti che presiedono la Fondazione Sorgente Group, istituzione d’arte che si avvale unicamente dei contributi del Gruppo Sorgente.

Le esperienze raccolte in “Selinunte. Restauri dell’antico”, riguardano anche numerosi altri esempi emblematici di restauro in Sicilia e in Italia, per poi spostarsi in Grecia ad Atene sulle tracce del Partenone, l’anastilosi dei Propilei e il tempietto di Athena Nike, infine il tempio di Apollo a Bassae e il tempio di Zeus ad Olimpia. Vengono ripercorsi anche i casi di Leptis Magna, Sabratha e Cirene in Libia.

Secondo Giuliano Volpe: “il volume rappresenta un approccio molto complesso al restauro perché oltre alla ricerca e agli approfondimenti, stimola il pluralismo delle opinioni e afferma con forza il principio di valorizzare il patrimonio culturale attraverso una efficace comunicazione”. Secondo Volpe l’atteggiamento giusto nella conservazione dei beni archeologici è laico: ‘’non bisogna scandalizzarsi – sottolinea - di fronte alla possibilità di realizzare copie dell’antichità,  pur preservando l’amore per l’originale e il rispetto del monumento”.

Anche per Sovrintendente Presicce “lo studio del monumento e la sua documentazione sono fondamentali per trasmetterne le tracce alle generazioni future. Così come oggi tanti edifici storici sono stati danneggiati dal terremoto, anche Selinunte venne distrutta dello stesso evento catastrofico. Per questo è importante documentare per preservare la memoria. Restaurare vuol dire restituire alle persone quello che il tempo potrebbe cancellare.”

 

 

 

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