Economia
Il governatore della Banca di Francia a Firenze: "l'unica chance è nell'euro"

Per Francois Villeroy De Galhau, ospite dell'Osservatorio Permanente Giovani-Editori, l’incertezza politica è nemica della crescita
Il governatore della Banca di Francia incontro gli studenti a Firenze in occasione del progeto "Young Factor" promosso dall'Oservatorio Permanente Giovani Editori
Davanti ad una platea di 1000 studenti provenienti da tutta Italia, nell’ambito della terza edizione del progetto “Young Factor” a.s. 2016/2017 promosso dall’Osservatorio Permanente Giovani Editori, il governatore della Banca Centrale di Francia Francois Villeroy De Galhau ribadisce l'importanza di acquisire una solida cultura economico – finanziaria da parte dei giovani, ed incalzato dalle domande degli studenti sui derivi nazionalisti afferma:
“Alcuni critici dell'euro, in Italia e in Francia, vorrebbero uscire dalla moneta unica per aumentare il deficit, fuori dalle regole europee: è un'utopia, il finanziamento del debito costerebbe molto di più".
L’appuntamento fiorentino prosegue il cammino già avviato, ormai da anni, dall’Osservatorio Permanente Giovani Editori nel rilanciare una nuova sfida civile e sociale, tesa a elevare il livello di alfabetizzazione economico – finanziaria degli studenti, promosso in partnership con Intesa Sanpaolo, Banca Monte dei Paschi Siena e Unicredit.
Allo stesso ciclo, hanno già preso parte, nelle scorse edizioni anche il Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, Jean-Claude Trichet già Presidente della Banca Centrale Europea, ed il Governatore della Deutsche Bundesbank, Jens Weidmann, il Governatore della Banca d’Olanda Klass Knot e il Governatore della Banca di Spagna Luis M. Linde.
Il Presidente dell’Osservatorio Permanente Giovani - Editori Andrea Ceccherini nel corso del suo intervento introduttivo, ha sottolineato che “L'ignoranza costa. E l'ignoranza economico - finanziaria costa cara. Noi dell'Osservatorio crediamo che laddove c’è più ignoranza si debba rispondere con più educazione." Condotto dal Vice direttore del Corriere della Sera Federico Fubini, l’incontro con il Governatore della Banca Centrale di Francia si è svolto proprio nel giorno del 25°anniversario del Trattato di Maastricht, e buona parte del suo intervento il governatore lo ha dedicato – parlando in un ottimo italiano – a questa celebrazione e al significato che ha rappresentato in questi anni presentando dati a confronto tra il prima e il dopo l'ingresso del Trattato. Quattro sono stati i principali grandi vantaggi. Prima di tutto la stabilità dei prezzi, che ha consentito di preservare il potere d'acquisto. L'euro ha permesso di tenere sotto controllo l'inflazione, che prima della monte unica poteva raggiungere livelli elevati in Europa. Nei quattordici anni prima dell'euro la media dell'inflazione in Italia era del 5,1%, dopo il 2,2%.
Poi la stabilità dei finanziamenti: "Il controllo dell'inflazione – ha proseguito Il governatore della Banca di Francia Villeroy - porta tassi di interesse più bassi e riduzione dello spread, parola che in Italia è molto conosciuta, in Francia un po' meno, ma forse lo sarà... Fra il 1986 e il 1992 lo spread era in media del 5,1%, nel 2016 dell'1,4% in Italia; mentre in Francia era dell'1,9% e nel 2016 è stato dello 0,3%. L'ancoraggio all'euro resta la nostra migliore protezione: per le famiglie, per le imprese, ma anche per gli Stati. Alcuni critici dell'euro, in Italia e in Francia, vorrebbero uscire dalla moneta unica per aumentare il deficit, fuori dalle regole europee: è un'utopia, il finanziamento del debito costerebbe molto di più". Il terzo vantaggio secondo il governatore della Banca di Francia è rappresentato dalla stabilità dei cambi.
“L'euro ha semplificato la vita: niente più costi di cambio, per molte imprese ampliamento naturale del mercato a tutta l'area euro, crescita dei commerci tra Paesi membri fra il 5% e il 15%. Ricordiamoci del 1992, quando la svalutazione della lira le fece perdere il 21% del suo valore". Infine, il "riconoscimento dell'euro sul piano internazionale, che con la sua stabilità ha permesso di pesare politicamente e non solo in termini monetari. Quando Mario Draghi parla, tutto il mondo ascolta con attenzione". Prima di concludere con un sondaggio "informale" proposto da Fubini fra il pubblico - a larga maggioranza a favore dell'euro - Villeroy ha risposto alle domande degli studenti toccando temi importanti e di attualità. Come la Brexit, "della quale mi dispiaccio ma che va accettata e che non deve portarci a dire 'meno Europa"; E se è troppo presto per valutare l'effetto che avranno Brexit e le politiche degli Stati Uniti di Donald Trump, non bisogna dimenticare la regola generale: "L'incertezza politica è nemica della crescita".