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Economia
Moda, Ittierre rinasce grazie ai lavoratori che investono i loro risparmi

Di Monica Camozzi

Un gruppo di lavoratori in mobilità che prende i suoi risparmi e fa rinascere, in piccola parte, una delle realtà più importanti del manifatturiero italiano. Stiamo parlando della Ittierre di Pettoranello di Isernia, sotto il cappello del gigante It Holding capitanato da Tonino Perna, che  produceva le seconde linee di Versace, Dolce&Gabbana, Gianfranco Ferré, Roberto Cavalli e numerosi altri gioielli italici della moda. 

Ebbene, quando tutto crollò (nel 2005 venne meno la licenza di D&G che da sola copriva il 40% del fatturato Itierre, dando inizio al declino) con effetti disastrosi sull’economia della regione e su migliaia di famiglie,  la Ittierre venne ammessa alla procedura di amministrazione straordinaria, nel 2009; però  la débacle non era ancora finita perché gli avvicendamenti dei commissari e la gestione inadeguata della procedura (nonostante una fideiussione regionale da 12 milioni di euro aperta nel 2011) avevano prodotto un vero e proprio cul de sac.

Ma c’è chi non si è arreso e nel silenzio ha messo insieme 40mila euro di capitale sociale per ripartire e andare a raccogliere qualche licenza e qualche commessa produttiva sul territorio nazionale.  In pratica, una sorta di workers buy out a cui non è stata data grossa eco. Quando è stato il momento di scegliere un amministratore delegato,  i lavoratori hanno chiamato Romolo D’Orazio (nella foto): ex direttore commerciale di Ferré, ex direttore generale di Carpisa Yamamay, tre anni in Swinger International, manager di provata esperienza, D’Orazio si è insediato come amministratore delegato di una realtà cresciuta in sordina, nel silenzio di un paese che evidentemente non considera notizia la capacità dei lavoratori di ridare vita a ciò che le istituzioni e le figure chiamate a gestire la procedura di amministrazione controllata non sono riuscite  a fare.

I primi a dare fiducia a Moda Impresa sono stati i fratelli Capasa di Costume National, poi sono arrivati brand come John Richmond e Atos Lombardini; ma D’Orazio non si è fermato e ha creato marchi propri come Le Tonerre Studio, sotto la direzione creativa di  Tony Ranalli Poi, nel settembre 2016, la svolta: l’imprenditore milanese Fabio Ronchi procede a un aumento di capitale insieme a un partner  esclusivamente finanziario, portandolo a  circa 500.000 euro. Con un disegno preciso: legare la capacità creativa e progettuale nonché produttiva dell’indotto molisano al polo milanese della moda. The Hub, la struttura guidata da Ronchi, ha infatti in seno le capacità commerciali e gestionali per accostarsi a Moda Impresa creando  una struttura verticalizzata, in grado di rastrellare nomi promettenti o già noti del panorama nazionale per aiutarli a esordire o a svilupparsi ulteriormente. Insomma, un incubatore che parte dalla produzione e arriva sui mercati a vendere. 

La procedura operativa è quella della acquisizione di licenza con opzione di acquisto e nel carniere di Moda Impresa-The Hub sono già entrati due marchi importanti sullo scenario della moda nazionale, che presto verranno resi noti e non mancheranno di suscitare sorpresa. Il polo non ha ovviamente mancato di attrarre l’interesse della finanza, nella fattispecie di un fondo europeo che ha interesse ad entrare nel capitale per promuovere lo sviluppo. A oggi, il fatturato previsto per fine 2018 è di due milioni di euro ma le prospettive sono di arrivare a 10 milioni in cinque anni. Il management sta andando alla ricerca di brand, sia couture sia industriali.

“Stiamo valutando partners finanziari e, al contempo, marchi interessati a uno sviluppo che parta dalla produzione e arrivi alla commercializzazione, attraverso uno showroom dedicato e un team commerciale di provata esperienza nel contesto della moda”.  L’asse molisano-lombardo è in piena espansione. Anche nell’area sportiva, visto che sotto in controllo di Ronchi ci sono altri due brand interessanti: il marchio di infradito cool Hikkaduwa e Toka Freskoball, che si muove nel contesto delle racchettone da beach e delle tavole da surf. “Adesso decideremo a quale partner affidarci e procederemo spediti. Abbiamo numerosi marchi che bussano alla nostra porta e un indotto pronto per lavorare”. 

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