Economia
Tim, intervista a Labriola: “Il sistema delle tlc a rischio entro 2-3 anni"

Il ceo di Tim a Trento: “La separazione tra ServiceCo e NetCo è una necessità, ci attende un ciclo d’investimento pesante per la fibra”
“I prossimi 10 anni saranno positivi grazie al Pnrr”
La digitalizzazione del Paese, complessivamente, verrà sostenuta da 50 miliardi provenienti dal Pnrr. Uno degli sbocchi principali sarà proprio il mondo delle telecomunicazioni. Tim ha partecipato a diversi bandi di gara, compresa quella per il 5G. “Abbiamo l’opportunità di costruire reti di telecomunicazione – spiega Labriola – in aree che sono quasi a fallimento di mercato, con un’opportunità di riequilibrare diverse zone del Paese. Si creano grandi opportunità per i prossimi 10 anni e stiamo costruendo una società (la ServiceCo, ndr) che lavorerà esclusivamente allo sviluppo di soluzioni per migliorare la digitalizzazione del Paese.
Il nuovo piano industriale
Il 7 luglio verrà presentato il nuovo piano industriale che sancirà la separazione di Tim in due realtà, la ServiceCo e la NetCo. L’ultima volta che un Paese ha realizzato un piano d’investimento così articolato come quello che attende le aziende di tlc stavamo posando la rete in rame. “Ma allora c’era un unico player concessionario – chiosa Labriola – oggi invece ci troviamo a dover realizzare l’investimento per l’Ftth, ma non ci sono certezze per la remunerazione. Nelle altre utility c’è la Rab (Regulatory Asset Base, ndr) che permette di definire il prezzo tariffario sulla base di un ritorno di una determinata percentuale sul capitale investito. Se devo puntare 10-15 miliardi sulle reti di tlc ma non ci sono certezze per un ritorno dell’8% all’anno, chi vorrà finanziare le imprese del comparto?”.
Per Labriola, dunque, il modello deve cambiare, altrimenti non si riusciranno più a trovare investitori disposti a puntare sul comparto delle telecomunicazioni. “Non sappiamo che cosa succederà tra 2-3 anni, ma un dato dobbiamo registrarlo: nella gara per la connessione a un Gb – conclude Labriola – abbiamo partecipato solo noi e Open Fiber, ma quest’ultimo è un operatore di rete, non un fornitore di servizi. Eppure c’erano 15 aree differenti, ma nessuno dei nostri competitor si è presentato”.
