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Economia
Nadef, debito pubblico in calo al 153, 5%: via libera alla riforma dell'Irpef

Nadef, crescita del 6% nel 2021 e debito pubblico in calo al 153,3%. I numeri 

Una crescita del 6%, a fronte del +4,5% stimato in primavera, un deficit in calo al 9,4% e un debito che scende al 153,5% del Pil: è questa la nuova fotografia dei conti scattata dalla Nota di aggiornamento al Def approvata dal Consiglio dei ministri in cui il governo si impegna ad avviare la prima fase della riforma dell’Irpef e degli ammortizzatori sociali e a mettere a regime l’assegno unico universale per i figli.
 

La crescita del Pil prevista nello scenario programmatico è pari al 4,7% nel 2022, al 2,8% nel 2023 e all’1,9% nel 2024. E l’esecutivo conta “di raggiungere il livello di Pil trimestrale precrisi entro la metà del prossimo anno". "L’intonazione della politica di bilancio rimane espansiva nei prossimi due anni e poi diventa gradualmente più focalizzata sulla riduzione del rapporto debito/Pil", scrive il ministro dell'Economia, Daniele Franco, nella premessa della Nadef. 

Sottolineando che “la completa realizzazione del Pnrr resta la grande scommessa per i prossimi anni, in un contesto mondiale che è forse il più complesso ed articolato della storia recente. È una scommessa - ha osservato Franco - che l’Italia può vincere con la coesione interna, il buon governo e un forte radicamento europeo".

Il nuovo quadro macro economico apre la strada alla legge di bilancio che potrà contare su uno spazio di manovra da circa 22 miliardi, risorse liberate grazie all’extra deficit 2022, ovvero alla differenza tra l’indebitamento a livello tendenziale - a politiche invariate - che secondo le stime del governo si ridurrà al 4,4% nel 2022 a fronte di un indebitamento programmatico fissato al 5,6% del Pil per l'anno prossimo.

Fondi che potranno essere impiegati per finanziare una lunga lista di nuovi interventi: il rafforzamento del sistema sanitario nazionale, i rinnovi dei contratti pubblici, il rifinanziamento del Fondo di Garanzia per le Pmi e del superbonus e delle politiche invariate non coperte dalla legislazione vigente, tra cui le missioni di pace.

 Il deficit torna così sotto il 10%, riducendosi rispetto alle previsioni di primavera. L’indebitamento netto nel 2021 si attesterà al 9,4% a fronte dell’11,8 per cento stimato nel Def di aprile.  L’obiettivo di deficit per il 2022 scende dal 5,9% del Pil al 5,6% e anche i deficit previsti per i due anni successivi sono inferiori a quelli prospettati nel Def. 

Il debito scenderà al 153,5%, meglio delle ultim stime di primavera che lo vedevano sfiorare il 160% quest’anno al 146,1% nel 2024. Da quel momento in poi, spiega Franco, "la politica di bilancio dovrà essere maggiormente orientata alla riduzione del disavanzo strutturale e a ricondurre il rapporto debito/Pil al livello precrisi (134,3 per cento) entro il 2030".

Sono 20 i disegni di legge collegati alla manovra indicati nella Nadef. Tra questi figurano, la delega per la riforma fiscale, la legge annuale sulla concorrenza ma non il salario minimo. Ieri al termine della cabina di regia era emersa l'ipotesi di un collegato ad hoc sul tema. Tra i vari provvedimenti anche la legge quadro per le disabilità, il ddl di revisione del Testo Unico dell'ordinamento degli enti locali, la delega per la riforma della giustizia tributaria, il ddl di riordino del settore dei giochi, la revisione organica degli incentivi alle imprese e potenziamento, razionalizzazione, semplificazione del sistema degli incentivi alle imprese del Mezzogiorno.

E ancora il ddl per lo sviluppo delle filiere e per favorire l'aggregazione tra imprese, quello per la revisione del codice della proprietà industriale), e un provvedimento per l'aggiornamento e il riordino della disciplina in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Ma anche la delega in materia di spettacolo e il ddl con le misure di attuazione del Patto per la salute 2019-2021 e per il potenziamento dell'assistenza territoriale.

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