Ucraina, Renault molla Mosca: vendute tutte le attività allo Stato russo - Affaritaliani.it

Economia

Ucraina, Renault molla Mosca: vendute tutte le attività allo Stato russo

La mossa ha però preservato il gruppo, lasciando aperta la possibilità di ritornare nel Paese nel futuro, in un contesto differente

Renault, l'uscita pesa sul 10% del fatturato. Il Ceo de Meo: “Scelta difficile, ma necessaria”

Renault dà l'addio definitivo al mercato russo: la casa automobilistica francese ha annunciato che venderà la propria quota di maggioranza in Avtovaz ad un istituto di scienze russo, aggiungendo che l'operazione comprende però un'opzione di sei anni per il riacquisto della quota.

Il gruppo auto, che in Occidente è quella più esposta sul mercato russo, ha spiegato che la quota del 67,69% di Avtovaz sarà venduta all'Istituto russo centrale di ricerca e sviluppo sull'automobile e i motori, noto come Nami. In questa direzione, tutte le approvazioni necessarie sono state ottenute. La quota del 100% in Renault Russia andrà alla città di Mosca.

In una nota, il ministero russo dell'Industria e del Commercio ha fatto sapere che le attività di Renault in Russia sono ora di proprietà dello Stato russo. "Oggi abbiamo preso una decisione difficile ma necessaria, e stiamo facendo una scelta responsabile per i nostri 45.000 dipendenti in Russia", ha detto l'amministratore delegato Luca de Meo. “La mossa ha preservato il gruppo, lasciando aperta la possibilità di ritornare nel Paese nel futuro, in un contesto differente”, ha spiegato il manager.

A marzo Renault aveva detto di voler sospendere le operazioni nel proprio stabilimento in Russia a causa della pressione crescente innescata dal conflitto in Ucraina. L'azienda, al 15% di proprietà dello Stato francese, ha confermato una svalutazione "non-cash" di quasi 2,2 miliardi di euro, per riflettere i potenziali costi di una sospensione delle attività in Russia.

Nel dettaglio, l'uscita dal mercato russo costerà all'azienda circa il 10% del fatturato. Nel trimestre, Renault ha registrato nel Paese ricavi complessivi per circa 900 milioni di euro, 527 milioni dalla sua partecipazione del 67,69% in Avtovaz e 367 milioni da Renault Russia, cui faceva capo il grande stabilimento alle porte di Mosca dove venivano prodotte Dacia Duster, Renault Kaptur, Renault Arkana e Nissan Terrano, per un totale di circa 95.000 veicoli.

AvtoVaz, fondata nel 1966 nello storico stabilimento ex Fiat di Togliatti, produce ed esporta invece circa 400.000 veicoli all'anno. Nell'enorme impianto vengono prodotti modelli marchiati Lada per i quali era in programma una sorta di "fusione" meccanica con Dacia, con l'utilizzo di pianali e tecnologie del brand low cost del Gruppo Renault.

Lo stabilimento, secondo i dati aggiornati alla fine del 2020, impiega oltre 35.000 persone tra addetti alla produzione, tecnici e personale amministrativo. Le linee di assemblaggio dei veicoli, delle carrozzerie, dei telai, dei motori e delle trasmissioni hanno uno sviluppo complessivo di 300 km e sono rifornite da un'imponente fonderia che lavora annualmente oltre 100.000 tonnellate di acciaio e alluminio. 

Nel complesso, Renault ha investito circa 2 miliardi di euro nell'ultimo decennio per le sue attività in Russia, compreso il potenziamento dell'immensa fabbrica di Togliatti. La Russia era il secondo mercato mondiale del gruppo Renault dopo l'Europa, con quasi 500.000 veicoli venduti nel 2021, ma la presenza della casa della Losanga nel Paese era stata messa in discussione dall'inizio dell'offensiva russa in Ucraina.

Il gruppo francese stava inoltre affrontando problemi logistici dovuti alla carenza di componenti importati a causa delle sanzioni occidentali. Ad aprile Avtovaz ha dovuto mandare i suoi dipendenti in congedo retribuito per tre settimane, bloccando la maggior parte della produzione.

Dopo l'annuncio dell'uscita dal mercato russo e la cessione delle partecipazioni, Renault registra una lieve flessione, i linea con il settore dell'auto che procede in calo: a metà mattina, a Parigi il titolo cede lo 0,7% a 23,43 euro. Dopo l'invasione dell'Ucraina, iniziata lo scorso 24 febbraio, sono state oltre 400 aziende a ritirarsi dal Paese, lasciando indietro miliardi di dollari di asset.

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