Economia
Wall Street, nuovo record a 24 mila punti. Cresce il prezzo del petrolio

Gli investitori sperano nell'approvazione della riforma fiscale che Trump ha promesso un anno fa e che spera di portare a casa entro Natale
Wall Street sfonda un altro record con il Dow Jones Industrial Average che ha superato i 24.000 punti per la prima volta. Anche l'S&P 500 ha subito toccato nuovi massimi intraday. Questi indici, e il Nasdaq Composite, si preparano a chiudere il mese di novembre con solidi guadagni. Gli investitori sperano nell'approvazione della riforma fiscale che il presidente americano Donald Trump ha promesso un anno fa e che spera di portare a casa entro Natale. Forse oggi il Senato metterà al voto la bozza messa a punto dai repubblicani. La Camera ha già dato il suo ok alla sua versione della legislazione.
Presupponendo un altro via libera, il testo delle due versioni dovrebbe essere uniformato prima che possa arrivare sulla scrivania di Trump per una firma definitiva. Per il Dow Jones ci sono voluti solo 30 sedute per passare da 23.000 a 24.000 punti. Bene anche i prezzi del petrolio che crescono dell'1% circa in attesa degli esiti della riunione dell'Opec sull'estensione dei tagli alla produzione.
A spingere a nuovi massimi gli indici corsistici anche i dati macro sull'economia americana. Le spese personali per consumi negli Usa sono aumentate dello 0,3% a livello mensile a ottobre, in linea al consenso degli economisti, mentre quelle di settembre sono state riviste leggermente al ribasso dal +1% al +0,9%. Il deflatore dei consumi, ovvero l'indice prezzi spese consumi personali, è aumentato dello 0,1% m/m e dell'1,6% anno su anno.
La componente core, sempre a ottobre, è cresciuta dello 0,2% m/m e dell'1,4% a/a, come da attese. Infine i redditi personali sono saliti dello 0,4%, battendo il consenso (+0,3% m/m). Quelli di agosto sono stati confermati invariati al +0,4%. Inoltre le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti sono scese di 2.000 unita' a quota 238.000 rispetto alle 240.000 attese dal consenso degli economisti contattati dal Wall Street Journal. La media mobile nelle ultime quattro settimane, considerata più attendibile dal mercato perche' meno volatile, e' a 242.250, in aumento di 2.250 rispetto a sette giorni fa.
Nel frattempo alcuni senatori repubblicani stanno considerando di modificare la proposta di riforma tributaria attualmente considerata in Senato portando l'aliquota dell'imposta sulle imprese al 22% (dal 35% attuale), anziche' al 20% come nella versione iniziale e nel disegno di legge approvato alla Camera. In questo modo si libererebbero fondi per sostenere il credito di imposta per i figli, introdurre la detrazione delle imposte statali sulle proprieta' immobiliari fino a 10.000 dollari (che è inclusa nel piano della Camera) o per altre misure che possano garantire il voto dei senatori incerti.
Alcuni senatori, preoccupati per l'allargamento del deficit, richiedono anche delle misure di salvaguardia in caso di sforamento rispetto al sentiero previsto ora. "Il voto in aula potrebbe avere luogo già domani ed è estremamente probabile che sia positivo. Come hanno detto diversi senatori, un fallimento non è un'opzione", affermano gli economisti di Intesa Sanpaolo, puntualizzando però che "le difficoltà restano concentrate nelle prossime settimane quando le due versioni di riforma di Camera e Senato dovranno essere riconciliate e il Congresso dovrà estendere la legge di spesa in scadenza l'8 dicembre". Sul valutario il cambio euro/udollaro tratta a 1,1885, appena sotto il massimo intraday a 1,1886. Sull'obbligazionario il rendimento del Treasury biennale e' all'1,77% e quello del decennale al 2,393%.