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Elezioni Francia, ultima grana per Le Pen: interessi sul prestito di Putin
Marine Le Pen

Elezioni Francia, gli interessi di Le Pen sul prestito di Putin

Aperte le urne per il ballottaggio delle elezioni presidenziali francesi. E Marine Le Pen arriva con un'utima grana in riferimento ai suoi rapporti con Vladimir Putin. In particolare, spiega Repubblica, si parla di "sospetti collegati al prestito ricevuto nel 2014 da una banca russa e ancora in corso. L’allora Front National aveva avuto 9 milioni di euro dalla First Czech Russian Bank. «Questa banca è un noto ufficio di riciclaggio di denaro di Putin» ha scritto Aleksej Navalny. «Vi piacerebbe se un politico francese prendesse soldi in prestito da Cosa Nostra? È la stessa cosa»".

Come spiega Repubblica, "la banca ceco-russa Fcrb è stata chiusa nel 2016. Il prestito è stato venduto a una società russa di noleggio auto, Conti, e poi ancora a Aviazaptchast, società gestita da ex militari russi, sotto sanzioni degli Usa per aver violato l’embargo di vendita di armi a paesi come Siria e Iran. La scadenza per il rimborso era fissata nel 2019 ma un accordo per la ristrutturazione del debito, rivelato ieri dal Wall Street Journal, ha prolungato la scadenza fino al 2028 per una cifra totale comprensiva di interessi pari a 12 milioni di euro".

Elezioni Francia, Le Pen: "Avvicinare la Nato alla Russia"

Per finanziare la campagna per questa presidenziale Le Pen si è invece rivolta a una banca ungherese, l’istituto Mkb, da cui ha ricevuto un prestito di 10,7 milioni.  In un'intervista pubblicata sul Corriere della Sera, Le Pen intanto attacca Macron: "Quel che mi ha colpito è l’arroganza di Emmanuel Macron. Una forma di nonchalance e di disprezzo nei miei confronti, la stessa che esprime anche nei confronti dei francesi da cinque anni a questa parte".

Nella stessa intervista, Le Pen spiega anche la sua visione su guerra in Ucraina e Russia: "Fintanto che ci sarà ancora un soldato russo in Ucraina, fino a quando non avremo i risultati dell’inchiesta sui crimini di guerra, fintanto che non ci sarà un trattato di pace firmato dai due Paesi, è evidente che non è più possibile alcuna cooperazione con la Russia. Ma questo non significa che io sia d’accordo con l’insieme delle sanzioni chieste oggi dalla Francia. Perché se tagliamo petrolio e gas, sono i francesi e le imprese francesi che ne saranno le prime vittime. Un prezzo troppo alto per un risultato che giudico aleatorio, in termini di conseguenze finanziarie sulla Russia". E dopo la guerra? "Quando il conflitto sarà finito, ho detto che la Francia, come potenza d’equilibrio, dovrebbe fare in modo di riavvicinare la Nato alla Russia. Perché il più grande pericolo che pesa su di noi è l’associazione tra la Russia e la Cina. Stanno già cominciando a creare un sistema monetario indipendente. E questo può produrre un cataclisma", si legge sul Corriere della Sera.

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