Ue, la rinascita possibile del socialismo? Dal laburista britannico Corbyn

Se Jeremy Corbyn il leader laburista, che ha strappato dall'estinzione il Labour Party blairiano, sarà capace di riposizionare il Labour  al centro del dibattito culturale e politico dell'Ue, si potrà aprire una nuova stagione in Europa segnata dalla rinascita possibile del socialismo europeo.

E' questa, in sintesi, la speranza contenuta nel new report 'The moment Corbyn, and european socialism', a cura di Niccolò Milanese, direttore di European Alternative, Mary Kaldor, docente di Global Governance presso la London School of Economics e Luke Cooper docente di Politica Internazionale presso l'Università Anglia Ruskin.

Del resto l'Ue è a un bivio: o riesce a dare risposte nuove alle mutate condizioni di vita, la sopravvivenza in primis, di larghissimi strati sociali, giovani compresi, o vedrà crescere al suo interno 'i populismi' anti-sistema trasversali, di destra e di sinistra, sempre più spinti sui richiami all'odio razziale, contro gli immigrati.

Il radicale cambiamento che Corbyn potrebbe determinare in senso all'Ue - secondo il report - è la fine dell'assioma blairiano che ha permeato i vari partiti socialisti europei: "senza il centro non si governa".

E' stata questa 'la carta vincente' alle elezioni politiche di giugno 2017 - il Labour conquistò il 40% dei voti e 31 seggi - ratificata poi a settembre 2017, dal Congresso di Brighton: "si dice che le elezioni si vincono al centro dello schieramento. Sono d'accordo anch'io. Ma il centro di gravità politico di una nazione non è inamovibile e non rimane per sempre dove vorrebbe l'establishment [...] Il grande crollo finanziario del 2008 e il decennio di austerità che vi ha fatto seguito lo hanno spostato. Oggi il centro è rappresentato dalla speranza di qualcosa di meglio e qualcosa di diverso", dove Corbyn lanciò il Socialismo del XXI° secolo: una politica per i molti, non per i pochi.

Pertanto una presenza attiva di Corbyn in seno all'Ue potrebbe avere "un ruolo decisivo nel trasferire - precisa Milanese nel report - l'intero continente verso il progresso, una maggiore democrazia e l'uguaglianza. I partiti socialisti e socialdemocratici sono in crisi e hanno bisogno di un radicale rinnovamento: molti dei loro membri, insieme ai movimenti civici in tutta Europa, guardano a Corbyn come una guida. E' questa un'opportunità per influenzare il cambiamento a livello internazionale e realizzarlo in Europa".

Le istituzioni transnazionali, come l'Ue, sono essenziali per portare avanti cambiamenti radicali e progressisti e - aggiunge il report - "solo se il Regno Unito resta nell'Ue, Corbyn avrà l'influenza necessaria per raggiungere gli obiettivi di uguaglianza, democrazia e libertà"

Il report, infine, elenca una serie di idee chiave che un prossimo governo laburista potrebbe utilizzare nell'Ue per realizzare il suo ambizioso programma radicale: 1) tassare le multinazionali, compresa l'armonizzazione delle norme fiscali sulle società e il blocco dell'elusione fiscale; 2) regolamentare le banche, anche con una tassa sulle transazioni finanziarie; 3) tutelare i diritti dei lavoratori, compresi i migranti; 4) attenzione ai cambiamenti climatici; 5) priorità alla sicurezza delle persone su base umanitaria; 6) la questione dei rifugiati come questione umanitaria; 7) riforma dell'Eurozona con un ruolo di sostegno ai partiti progressisti contro l'austerità.

Insomma, un'altra Europa, for the many, not the few, è possibile e Corbyn ne può essere uno dei grandi protagonisti.