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Esteri
Usa , il Congresso interroga i numeri uno di Google, Apple, Amazon e FB

Mark Zuckenberg di Facebook, Jeff Bezos di Amazon, Sundar Pichai di Google e Tim Cook di Apple, quattro numeri uno delle più grandi realtà tecnologiche del Paese nel mondo si sono trovati ieri di fronte, o almeno virtualmente di fronte visto che parlavano via video dalle loro rispettive aziende, al Congresso americano per rispondere di certe più o meno 'velate accuse’ di danni ai consumatori e alla concorrenza.

Su un aspetto i ‘magnifici quattro’ hanno trovato subito l’accordo, il rivendicare cioè di essere ‘genuinamente’ americani. Non importa se la concorrenza è un qualcosa di indefinito, se le tassazioni sono ancora in via di definizione, ma l’essere americani potrebbe essere qualcosa che dovrebbe accontentare tutti.

Insieme hanno presentato i grandi benefici che portano al Paese e hanno difeso la necessità di continuare a crescere per competere con la concorrenza crescente.   

‘Per ottemperare alle promesse fatte ai consumatori americani-ha detto Jeff Bezos, il fondatore di Amazon nella sua prima apparizione al Congresso-abbiamo bisogno che i lavoratori americani portino i prodotti a  consumatori americani’ .

Dal canto suo Mark Zuckenberg ha avvertito sul rischio che ‘ la Cina sta costruendo la sua propria versione di Internet realizzata con idee molto differenti e sta esportando questa visione in altri Paesi’.

Sia Sundar Pichai di Google e Tim Cook di Apple hanno entrambi definito le rispettive compagnie ‘come geneticamente americane che possono avere successo solo perchè nate in questo Paese’.

I quattro imprenditori, con la loro testimonianza , hanno rappresentato una pietra miliare nella lunga attività investigativa portata avanti dal potere legislativo degli Stati Uniti. Un’attività che vuole definire le posizioni di mercato e le pratiche di queste aziende che negli ultimi anni hanno moltiplicato a dismisura dimensioni e potere.   

Per contro il democratico David Cicilline, presidente del Comitato antimonopolio della Camera dei Rappresentanti ha richiamato gli ideali americani ma solo per difendere la necessità di porre limiti ai poteri delle grandi realtà tecnologiche. 

‘I nostri padri fondatori-ha detto il Presidente-non si sono mai inginocchiati di fronte a un re, e tantomeno noi dobbiamo inchinarci di fronte agli imperatori dell’economia digitale’.

I congressisti considerano che il dominio di queste aziende sul mercati frena l’innovazione e riduce la concorrenza. L’obiettivo dei lavori del Congresso è determinare se la tremenda crescita delle quattro compagnie le abbia collocate in posizioni illegali di monopolio, soffocando la ricerca in campi come Internet (Google), nella vendita online ( Amazon), nella commercializzazioni di applicazioni per ‘device’ (Apple) o nella distribuzione di informazioni ( Facebook).

'In poche parole-ha concluso Cecilline- hanno troppo potere e per questo pensiamo che le conclusioni dell’indagine, in autunno, non saranno molto gradite dai quattro numeri uno’.

Una conclusione, quella di porre dei limiti ai quattro giganti tecnologici, che da tempo è nei pensieri del Presidente Donald Trump che da mesi battaglia con alcune di esse, da Facebook a Twitter che gli hanno bloccato diversi messaggi.

In attesa dei risultati dell’investigazione Trump ha deciso un ordine esecutivo per riconsiderare le leggi che proteggono le compagnie tecno di Internet dai contenuti che pubblicano ’Se il Congresso a Washington non fa giustizia e parla da anni senza combinare nulla-ha tuittato il Presidente-lo farò io stesso con un ordine esecutivo’. 

Il Ceo di Google si è difeso ricordando come la sua realtà deve lottare contro una larga concorrenza( non è dato sapere quale) ‘la gente ora ha molti più modi di cercare informazioni e questo molto spesso al di fuori di un motore di ricerca’. 

‘Le compagnie.-ha ribattuto Zuckenberg- non sono brutte perchè sono grandi, e soprattutto sono diventate grandi alla maniera americana, cioè dal nulla’.

Un’idea condivisa anche da Jeff Bezos che ha sostenuto a gran forza che ammira gli imprenditori da garage 'perchè io sono stato uno di essi, ma il mondo necessita di imprese piccole ma anche grandi’.

L’acquisto di Instagram da parte di Facebook è stata una delle domande fatte dai congressisti. I documenti presentati indicano che l’acquisto venne fatto per bloccare una minaccia concorrenziale.

‘Invece di competere con Instagram Facebook ha preferito comperarla 'ha rilevato il repubblicano Sensenbrenner.

A questa accusa il fondatore di Facebook ha risposto dicendo che’ quando la comprammo Instagram non era niente di sicuro. L’acquisto poi è andato bene non solo per il talento dei fondatori ma anche grazie a noi che abbiamo investito molto per migliorare le sue infrastrutture e per promuoverla’. 

E anche Google ha ricevuto domande impegnative ‘ Mentre Google si stava trasformando nella porta di ingresso a internet ha cominciato ad abusare del suo potere per vigilare il traffico sul web, identificare minacce competitive e neutralizzarle’. Pichai si è difeso sostenendo che Google ha molti competitors in aree specifiche ed Amazon ne è un esempio.

Amazon è stata accusata fra l’altro di utilizzare informazioni di prodotti di altre aziende che si vendono sulla sua piattaforma per vendere i propri prodotti che sono in concorrenza.

‘Abbiamo politiche contro l’uso di dati specifici dei venditori per le nostre marche private-ha detto Bezos-però mai abbiamo violato regole’.

Questa udienza ‘storica’ servirà per dare forma ad una futura legislazione in materia. Non si aspettano a breve grandi cambiamenti ma il fatto importante è che, per la prima volta, qualcuno ha cominciato a mettere sulla graticola lo strapotere dei quattro giganti tecnologici. 

 

 

 

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