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Lavoro

La riforma delle politiche attive prende il via

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Con la pubblicazione del decreto n.150 del 14 settembre 2015 si è completato l’iter del decreto di riforma, previsto dalla legge n. 183 del 2014, Jobs Act, dei servizi per il lavoro e delle politiche attive. Il decreto interviene a completamento delle misure che riguardano il mercato del lavoro e chiarisce gli aspetti che riguardano principalmente le funzioni e le caratteristiche delle istituzioni e dei servizi che sono chiamati ad intervenire per la promozione dell’attivazione al lavoro. Si tratta di disposizioni che chiariscono meglio anche gli interventi previsti, in due diversi decreti, per la riforma degli ammortizzatori sociali, sia quelli in assenza di rapporto di lavoro ( NASPI, ASDI) che gli ammortizzatori in costanza di rapporto di lavoro ( cassa integrazione). 

Le principali novità del decreto confermano e precisano quanto previsto dalla legge n.183 rispetto ai principi che riguardano la condizionalità obbligatoria tra l’erogazione dell’ammortizzatore di sostegno al reddito, in qualsiasi forma, e la partecipazione ad un percorso di attivazione al lavoro e stabiliscono come l’assegno di ricollocazione costituisca lo strumento di riferimento per realizzare e sostenere l’intervento di reimpiego dei disoccupati.

Altre novità di rilievo sono la costituzione dell’ANPAL, la nuova agenzia per le politiche attive; la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni dei servizi per l’impiego; l’accreditamento nazionale dei servizi per il lavoro e la disciplina di riordino degli incentivi al lavoro. Tuttavia, a fronte della competenza concorrente tra Stato e regioni prevista dal Titolo V della Costituzione , molte di queste norme possono essere attuate solo in accordo con le Regioni. Per questo motivo, in attesa della riforma del Titolo V, si prevedono convenzioni con ogni regione, sulla base di una convenzione standard nazionale, per la promozione delle misure previste dal decreto.