Auto e Moto d’Epoca 2025: 14 padiglioni, 4 percorsi, 235mila mq - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 13:02

Auto e Moto d’Epoca 2025: 14 padiglioni, 4 percorsi, 235mila mq

Quattro giorni, 14 padiglioni e un viaggio unico tra monoposto leggendarie, collezioni mai viste e la Motor Valley al completo. A BolognaFiere dal 23 al 26 ottobre.

Bologna torna a battere il tempo della passione. Dal 23 al 26 ottobre, la 42ª edizione di Auto e Moto d’Epoca riporta in città il più grande salone europeo del motorismo storico:

235mila metri quadrati, quattro percorsi tematici e una mappa di emozioni che intreccia Formula 1, heritage industriale e cultura del collezionismo. È un ritorno che sa di consacrazione: non un semplice raduno di icone ma un racconto corale sull’identità italiana dei motori, messo in scena tra club, musei, registri storici e quei capolavori che raramente lasciano i caveau.

La mostra-evento “75:1 – 75 years, one seat” è il baricentro emotivo. L’evoluzione della Formula 1 scorre davanti agli occhi in una galleria di monoposto autentiche, dagli anni Cinquanta ai Duemila. Tre gioielli arrivano dal MAUTO: la Ferrari 500 F2 del 1952, essenziale e geniale, con cui Alberto Ascari dominò due mondiali; la Mercedes-Benz W196R del 1954, l’arma con cui Fangio inaugurò una stagione di vittorie consecutive; la Ferrari 156 F1 del 1963, il “nasone” regolamentare nei numeri e rivoluzionario nell’architettura con il V6 posteriore a 120°. Dalla Germania scende a Bologna la Ferrari F2007 telaio 262 della Loh Collection: la rossa di Kimi Räikkönen che in Brasile riportò a Maranello l’ultimo titolo piloti. È materia viva, capace di riaccendere memorie collettive e di mostrare, senza nostalgie facili, quanto la tecnica abbia guidato il mito.

Accanto alle monoposto, il salone apre un varco nel mondo delle due ruote con “Honda Classic”: 600 metri quadrati e 38 moto per ripercorrere una storia che ha ridisegnato il motociclismo. Dalle due tempi nate ad Atessa – con la NS 125 R Adriatico, prima moto progettata in Italia ed esportata in Giappone – alle regine del Motomondiale, RS 125 GP, NSR 250 e 500, fino alla RC211V campione con Nicky Hayden. L’area off-road celebra Elsinore CR250M, CR125, CR250 e la mitica CR500, mentre la produzione di serie vibra sulle frequenze della CB750 Four, della VFR750R RC30 e della futurista NR750 a pistoni ovali. Un percorso che spiega, più di mille parole, come la ricerca tecnica diventi linguaggio popolare.

La Loh Collection porta in dote storie che sfiorano la leggenda: la Mercedes-Benz CLK-GTR nata per correre e poi omologata su strada in 25 esemplari; la BMW M1 Procar telaio 4301028, con cui Niki Lauda vinse il campionato 1979 prima di passare a Hans-Joachim Stuck, protagonista a Monaco e poi a Le Mans con la band di Nick Mason. È l’altra faccia del motorsport: quella che unisce fabbrica, pista e cultura pop, restituendo alla memoria l’odore di benzina e la geometria perfetta di certi circuiti cittadini.

Nel Padiglione 25 pulsa l’ASI Village, cuore della comunità italiana dell’heritage. Qui va in scena un’anteprima che è un piccolo Everest della storia tecnica: il Motore Barsanti e Matteucci del 1853, considerato il primo motore a scoppio, ricostruito e documentato grazie agli archivi fiorentini. A pochi metri, l’Alfa Romeo 184T di Formula 1 del 1984 – livrea Benetton, telaio in carbonio, V8 sovralimentato da 670 cavalli – riporta gli sguardi sulle stagioni in cui Eddie Cheever e Riccardo Patrese portavano il tricolore nei gran premi di mezzo mondo. Lo stand ACI – ACI Storico completa il tributo ai 75 anni di F1 con talk e installazioni pensate per dialogare con nuove generazioni di appassionati: perché l’heritage non è un album ingiallito, ma una conversazione continua.

Dalla memoria al design: l’Heritage HUB Stellantis cura un viaggio dentro i capolavori italiani. La Fiat-Abarth 750 Record del 1956, disegnata da Franco Scaglione e carrozzata da Bertone, racconta l’aerodinamica come forma d’arte, la Alfa Romeo Scarabeo 1600 incarna l’azzardo visionario di un progetto mai nato in serie, la Lancia D25 restituisce l’eleganza feroce della scuola tecnica torinese. È una lezione di metodo: idee, materiali e soluzioni che ancora oggi parlano a chi disegna le auto di domani.

Il presente bussa con forza anche negli stand delle novità: Toyota sceglie Bologna per l’anteprima nazionale del nuovo RAV4, sesta generazione di un nome che ha inventato il concetto di SUV moderno. È un ponte naturale tra tradizione e innovazione: oltre 15 milioni di unità vendute nel mondo e tecnologie aggiornate per sicurezza, efficienza e connettività. Nel frattempo la Motor Valley fa ciò che le riesce meglio: si mette in mostra come ecosistema vivo. Dallara, Pagani, i Musei Ferrari, il Polo Storico Lamborghini, Maserati, il Museo Ferruccio Lamborghini, i circuiti di Imola, Modena e Misano, Canossa Events e i grandi concours: la geografia dei motori emiliano-romagnoli diventa un atlante visitabile, dove ogni stand è una tappa di viaggio.

Capitolo club e registri: la memoria qui ha targa e numero di telaio. Il CRAGI porta Alpine A310 V6 e Renault 5 Turbo; il Registro Triumph Spitfire espone due raffinate MK3 disegnate da Michelotti; il Club Storico Peugeot Citroën celebra i 70 anni della DS e i 60 della 204; il Lancia Club festeggia i 30 anni della Y Elefantino Rosso; il Jaguar Enthusiasts’ Club accende i riflettori sui 50 anni della XJS con una rara Convertible British Racing Green, omaggio al genio di Malcolm Sayer. Il Registro Fiat Italiano chiude il cerchio con una sfilata racing: Cisitalia D-46, Formula Junior Stanguellini “Delfino”, Formula Italia e Formula Abarth. Una sequenza che vale un manuale di storia del design e della meccanica.

Infine, il grande mercato delle passioni: due padiglioni sono consacrati ai ricambi d’epoca, tra componenti originali, repliche e accessori impossibili da trovare altrove. La sezione Automobilia riunisce manifesti, insegne, trofei, memorabilia che profumano di officine e rettilinei: piccoli feticci capaci di raccontare grandi storie. Nella Gallery Hall torna “Time on Show”, l’evento dedicato agli orologi vintage e da collezione: l’incontro tra la precisione dell’orologeria e l’estetica dei motori, con i maestri del settore riuniti a Bologna per una vetrina che è anche luogo di scambio e di cultura.

Auto e Moto d’Epoca è membro FIVA e Motor Valley, e gode del patrocinio di Fondazione Bologna Welcome, Confcommercio Ascom, CNA Bologna e Alma Mater. Ma soprattutto è un invito aperto: attraversare i padiglioni significa capire perché il motorismo storico non è nostalgia, bensì una forma di conoscenza. Si entra per ammirare una Ferrari o una HRC e si esce con l’idea che la bellezza meccanica, quando è ben raccontata, somigli a certe pagine di letteratura: non invecchia, si rilegge.