Volkswagen, 20.000 addii: il piano di tagli avanza, risparmi da 1,5 miliardi l’anno - Affaritaliani.it

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Volkswagen, 20.000 addii: il piano di tagli avanza, risparmi da 1,5 miliardi l’anno

Oltre 20.000 dipendenti Volkswagen hanno firmato l’uscita anticipata: parte il maxi piano per tagliare 35.000 posti entro il 2030 con risparmi da 1,5 miliardi l’anno.

Redazione Motori

Un fiume silenzioso di addii. È questo lo scenario che si sta consumando all’interno di Volkswagen, dove oltre 20.000 dipendenti hanno già firmato l’uscita anticipata.

Pensionamenti a tempo parziale, incentivi fino a 400.000 euro, silenzi trattenuti nelle linee di produzione: il piano di tagli annunciato mesi fa è ormai realtà. Ed è solo l’inizio. L’obiettivo finale? Arrivare a 35.000 uscite volontarie entro il 2030, soprattutto negli stabilimenti in Germania, per un risparmio complessivo di 1,5 miliardi di euro l’anno.

A riportarlo, tra gli altri, anche il sito tedesco BILD.de, che sottolinea come il gruppo abbia già raggiunto un importante traguardo intermedio e si prepari a coinvolgere ora anche i lavoratori nati tra il 1969 e il 1970. “L’obiettivo sarà sicuramente raggiunto”, avrebbe dichiarato un portavoce del gruppo secondo quanto scrive il quotidiano tedesco.

Il Job-End Program, come è stato battezzato, è il risultato di lunghe e tese trattative tra il consiglio di amministrazione di Volkswagen AG e il potente sindacato IG Metall. Il compromesso? Un piano di smantellamento socialmente compatibile, su base volontaria. In cambio dell’uscita anticipata, i lavoratori ricevono indennità che possono raggiungere i 400.000 euro, in funzione dell’anzianità.

Il direttore delle risorse umane Gunnar Kilian ha confermato i numeri, senza però fornire dettagli sull’ammontare complessivo dei costi già sostenuti in indennizzi. La portata del piano è chiara anche da un altro dato: a partire dal 2026, Volkswagen ridurrà drasticamente anche il numero di posti di formazione professionale, passando da 1.400 a soli 600.

Ma non finisce qui. BILD.de riporta anche che i circa 130.000 lavoratori del marchio principale VW hanno accettato un congelamento degli aumenti salariali per contribuire alla stabilità dell’azienda. Il teorico 5% di aumento confluirà in un fondo interno da utilizzare per finanziare modelli di orario di lavoro più flessibili. Addio anche all’indennità ferie da circa 1.290 euro. Solo dal 2027 è previsto un bonus dedicato agli iscritti IG Metall, come riconoscimento per il contributo al piano di razionalizzazione.

Il sindacato, da parte sua, ha rivendicato la riuscita di un accordo che, almeno per ora, evita la chiusura degli stabilimenti. Ma lo stesso BILD.de mette in guardia: la promessa di salvare gli impianti potrebbe non reggere a lungo. Con la domanda in calo, le difficoltà dei modelli elettrici e la concorrenza cinese che avanza, il futuro resta incerto. E anche la tenuta sociale di un gruppo che ha fatto dell’occupazione stabile uno dei suoi valori fondanti.

La vera domanda è: questo massiccio taglio di posti sarà sufficiente a far tornare Volkswagen competitiva? Oppure è solo l’inizio di un processo più ampio e doloroso? Per ora, la risposta è sospesa tra i bilanci e i piazzali vuoti degli stabilimenti tedeschi.

 

Scheda tecnica | Piano Job-End Volkswagen

  • Dipendenti usciti finora: 20.000
  • Obiettivo entro il 2030: 35.000 uscite totali
  • Modalità: prepensionamenti, uscite volontarie con incentivo
  • Incentivo massimo: fino a 400.000 euro per lavoratore
  • Risparmio stimato: 1,5 miliardi di euro l’anno
  • Formazione professionale: da 1.400 a 600 posti annui dal 2026
  • Congelamento salari: 5% in un fondo per flessibilità oraria
  • Bonus IG Metall: dal 2027