Politica
Il Centrodestra ha un nuovo leader: Giorgia Meloni

Giorgia ormai è consapevole di quale possa e debba essere il suo ruolo in futuro
Il Pd sornione, tramontata la possibilità di costruire un progetto con un movimento cinque stelle ormai ridotto ad un ectoplasma, sta guardando con sempre maggiore interesse al centro
Tra le tante cose che si possono ricavare da questa ultima tornata di elezioni amministrative spicca tra tutte il risultato di Fratelli d’Italia, che seppur nei sondaggi da mesi viene considerato come primo partito, sul campo doveva misurare la sua forza, non tanto e non solo contro il centrosinistra, ma anche con i suoi stessi alleati di coalizione. Il risultato è stato forse per certi versi ancora meglio delle aspettative. Fratelli d’Italia è il primo partito del centrodestra quasi ovunque, anche in feudi notoriamente leghisti come Verona o Padova.
“Fdi è la forza trainante del centrodestra. Ora pronti a governare.” sono state le prime parole a caldo della Meloni nella serata di lunedì. E nello stesso con un pizzico di malizia ma anche di concretezza tipica del personaggio, afferma senza mezzi termini “ fossi in Salvini e Berlusconi lascerei il governo.” E questo spiega molto bene come queste elezioni sembrano averlo certificato nei fatti un nuovo riposizionamento della coalizione di centrodestra. Dopo mesi di polemiche, dispetti ed incomprensioni che ruotano sempre intorno alla grande questione di chi dovrebbe essere il leader del centrodestra. il voto è stato in tal senso piuttosto netto su chi possa, a ragion veduta, pretendere questo titolo.
Piaccia o no, infatti, ma i voti hanno espresso un giudizio inequivocabile in tal senso. Fdi al 18,8 per cento all’Aquila, con la Lega al 12,5 e Forza Italia al 5,4; 11,3 a Verona (la Lega al 6,3 e FI al 4); 6,9 a Genova e Carroccio al 4,6 (FI 2,6); a Parma 6,9 e salvinisti al 4,6 e berlusconiani al 2); a Palermo il 9,3, con la Lega al 5, 1 (e FI all’11). Per non dire del profondo Nord dove Fratelli d’Italia irrompe e sconquassa la terra leghista: a Monza il 14,9 contro l’8,5 del Carroccio; a Padova 11,6 contro 6,1; a Belluno 14,2 contro 9,5. E così via anche in altri piccoli comuni. Il voto sembra avere forse messo fine una volta per tutte alla annosa questione che tanto tormenta la coalizione del centrodestra.
E lo stesso Salvini a mezza bocca pare aver finalmente dichiarato che il partito che prende più voti, ha diritto ad esprimere il premier. “ Giorgia ormai è consapevole di quale possa e debba essere il suo ruolo in futuro. Lei è concentrata da mesi su questo obiettivo, che ormai sente vicino e nel quale si sente pronta e assolutamente adeguata. E’ fatta cosi è una perfezionista maniacale e sta studiando già da premier sulle principali questioni di cui un nuovo prossimo governo dovrà occuparsi. Se nel 2023 vinciamo come spero e credo. Giorgia Meloni sarà la prima donna premier del nostro paese.” dice un senatore della vecchia guardia del partito, uno dei più fedeli ed ascoltati consiglieri della leader.
E d’altra parte anche la stessa Meloni da tempo sembra avere preso piena consapevolezza di quale debba essere il suo ruolo, che è quello di guida di una coalizione, che come ribadito anche da Salvini e come visto in queste amministrative, solo coeso e compatto può sperare di vincere le elezioni nel 2023. D’altra parte il risultato del voto alle amministrative è stato chiaro, Fdi è il partito cardine della coalizione, con Forza Italia ormai ridotto a partito residuale, se non in qualche baluardo come quello della città di Palermo, e la Lega che sembra sempre più affannata e incapace di riprendere il consenso perso in questi mesi, anche nelle sue storiche roccaforti. La Meloni ha saputo con pazienza, costanza, perseveranza, e capacità, passo dopo passo ritagliarsi un suo spazio in quella che sembrava come la naturale sfida tra Lega e Pd, con cinque stelle come terzo incomodo.
Ora guarda tutti dall’alto in basso, dalla sua solitaria e per certi versi privilegiata posizione all’opposizione di un governo che comincia a patire le tante contraddizioni della sua variopinta maggioranza. Ora per il centrodestra si apre un nuovo e decisivo momento, in cui Forza Italia e soprattutto Lega devono giocarsi le proprie carte all’interno di un governo che potrebbe anche non essere più in grado di dare le risposte che gli elettori dei due partiti chiedono. L’idea tanto cara a Salvini e forse anche accarezzata per un certo periodo da un sempre più stanco Berlusconi, di confederare i due partiti, pare ormai tramontata, bocciata sia dai maggiorenti di Forza Italia che dai pretoriani di Salvini. Il nuovo schema prevede Fratelli d’Italia a guida di una coalizione che deve in questo anno che manca alle elezioni, cercare di ricompattarsi, e giocare un ruolo determinante, anche se da sponde differenti.
Perchè il Pd sornione, tramontata la possibilità di costruire un progetto con un movimento cinque stelle ormai ridotto ad un ectoplasma, sta guardando con sempre maggiore interesse al centro, dove i vari Calenda, Renzi e chissà quali altri cespuglietti potrebbero diventare come spesso accade, l’ago della bilancia.
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