Lega, attorno a Salvini c’è il vuoto. Giorgetti sempre più ingombrante...
Fontana e Centinaio caduti in disgrazia
C’è anche Armando Siri tra gli artefici della svolta salvinista della Lega. Conobbe il leader del Carroccio durante la campagna elettorale del 2012 per la Lombardia. Ideologo della flat tax, fu lui quello che andò da Steve Bannon a luglio a illustrarla. E oggi è l’emblema dell’ennesima difficoltà del cerchio magico di Matteo Salvini.
Il più vicino tra i ministri era Lorenzo Fontana, scrive Il Fatto Quotidiano. Ma ora le cose tra i due non vanno benissimo. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato il Congresso delle Famiglie a Verona, che tra i suoi sponsor politici principali aveva proprio Fontana: prima ancora di arrivare Salvini si era già pentito, vistigli eccessiche stava andando ad avallare. E in quella sede si è spinto ad attaccare il sottosegretario a Palazzo Chigi, Vincenzo Spadafora, per il poco lavoro fattosulle adozioni: peccato che la delega ce l’avesse lo stesso Fontana. L’altro fedelissimo al governo, Gianmarco Centinaio, in questi ultimi giorni ha mostrato un attivismo eccessivo che tradisce nervosismo. Pare chea Salvini non sia andato giù di essere dovuto intervenire direttamente nella vicenda dei pastori sardi, ricevendoli al Viminale.
La questione dei rapporti con Giancarlo Giorgetti è particolarmente complessa. Il sottosegretario a Palazzo Chigi è il riferimento di tutta una serie di mondi che contano, dai quali il Salvini di governo non può prescindere: daMario Draghi agli Stati Uniti. Ma i due più che uniti sono alleati obbligati: ognuno gioca la sua partita. In questa fase, Giorgetti ha rinsaldato il suo potere di influenza: dall’inizio, è il più dubbioso sull’alleanza con i Cinque Stelle, oggi è quello che ha il ruolo di avvertire ogni giorno Salvini sui pericoli a cui si va incontro, andando avanti. Senza contare che ormai a Palazzo Chigi si rivive l’atmosfera del governo Gentiloni, con la diarchia tra lui e Maria Elena Boschi, Chigi 1 e Chigi 2. Il sottosegretario praticamente con Giuseppe Conte neanche ci parla più. E da grande tessitore, è uno di quelli per cui passa l’ipotesi digoverno tecnico a cui si sta pensando, dal Quirinale in giù, nel caso in cui l’esecutivo cada,conil compitodifareil Def e poi portare il Paese al voto. Evidente, dunque, come per Salvini sia una risorsa, ma pure un ostacolo e un competitor.
Recentemente, altri vicinissimi hanno avuto un declassamento. Come Michele Geraci, sottosegretario allo Sviluppo Economico, che lo stesso Salvini aveva proposto come premier. Durante il lavoro al Mise ai leghisti è sembrato che interpretasse il ruolo in maniera troppo autonoma.
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