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Politica
Messina Denaro rilancia Meloni. Fiducia ko, caos governo. Tutto accantonato

Proprio quando la fiducia in Giorgia Meloni presidente del Consiglio stava scendendo vertiginosamente...


Ci sono cose che accadono. Accadono all'improvviso, indipendentemente dalla propria volontà e cambiano un trend negativo. Qualcuno potrebbe parlare di un colpo di fortuna, qualcuno addirittura di una botta di "c...". Fatto sta che proprio quando la fiducia in Giorgia Meloni presidente del Consiglio stava scendendo vertigionosamente, come ha scritto per primo Affaritaliani.it settimana scorsa, arriva l'arresto del super boss della Mafia Matteo Messina Denaro. Ovviamente il merito non è del premier, chiunque sia a Palazzo Chigi, ma semmai del lavoro di investigazione delle forze dell'ordine e dei magistrati, ma naturalmente Meloni è stata abile a metterci il cappello volando di corsa in Sicilia per congratularsi con chi ha arrestato il primo dei latitanti ricercato da 30 anni.

Gli elementi per una prima crisi di fiducia tra governo, premier e cittadini c'erano e ci sono tutti. A partire dal mancato rinnovo dello sconto sulla benzina che ha deluso quasi il 100% degli italiani e che costa centinaia di euro all'anno e che rischia di far alzare ulteriormente l'inflazione. Senza contare una Legge di Bilancio che ha scontentato molti, premiando ad esempio le Partite Iva ai danni dei lavoratori dipendenti con diverse ombre e storture come ad esempio quelle sull'assegno unico, fatto male e gestito peggio.

Politicamente i guai non mancano. E' vero che Silvio Berlusconi ci ha messo una toppa garantendo lealtà al governo, ma le frizioni tra Palazzo Chigi e Forza Italia sono forti. Molti i temi sul tappeto, dalla manovra fino alle modifiche alla riforma Cartabia passando per il ruolo stesso del partito di Berlusconi, di fatto escluso dalla stanza dei bottoni dove, pare, comandino soltanto Meloni, il suo braccio destro Giovanbattista Fazzolari e l'austero e draghiano ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti. C'è poi la Lega. Matteo Salvini sta insistendo sul tema più spinoso di tutti, quello dell'autonomia regionale differenziata, promettendo che sarà legge entro fine anno. Ma da Fratelli d'Italia, e anche da FI, continuano a parlare di cautela e di tempi più lunghi.

Difficoltà, intoppi, luna di miele finita o quasi e liti nel governo che, almeno per il momento, vengono accantonati dall'arresto di Messina Denaro. Nicola Piepoli, decano dei sondaggisti, afferma: "E' assolutamente un dato positivo per il governo che con questo arresto eccellente rassicura la gente. Arrestare i mafiosi è il dovere dello Stato e quindi del governo". Secondo Roberto Baldassari, direttore generale di Lab21.01 "fa sempre bene al governo quando viene preso un personaggio come Messina Denaro. L'arresto non è direttamente riconducibile al governo, ovvio, ma un beneficio c'è e ci sarà, anche se non mi aspetto un balzo di dieci punti nella fiducia". Maurizio Pessato, vicepresidente di Swg, spiega che "nell'immediato c'è e ci sarà un piccolo aiuto in termini di consenso per l'esecutivo e la premier in carica. D'altronde è un successo dello Stato, nulla di eccezionale in termini di fiducia, ma un aiuto ci sarà".

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