Palazzi & potere
Le parole chiave del Mattinale!

Napolitano soccorso renziano.
Gli amici si vedono nel momento del bisogno ed è proprio quello che sta accadendo. Quando Renzi è in gravi difficoltà ecco spuntare la mega intervista al presidente emerito. Giorgio il rosso ha un grosso grasso problema: deve chiudere il cerchio cominciato tanti anni fa con la defenestrazione di Berlusconi, proseguita poi con i governi non democratici alla guida del Paese, complici delle potenze straniere. La chiusura del cerchio è rappresentata dal passaggio del referendum; ecco perché Giorgio il rosso sta facendo di tutto affinché gli italiani votino convintamente sì. Ne va della sua credibilità! Ma non ci riuscirà!
Renzi, giù le mani dalle banche!
Si fa presto a dire fuori la politica dalle banche o meglio si fa presto a dirlo quando fa comodo (magari per colpire gli alleati). Eh già perché poi Matteo Renzi è quello più interessato alla partita bancaria di Mps; non per niente sta facendo di tutto per mettere al vertice Marco Morelli, (e già provò a piazzarlo in Unicredit) gradito sia a lui che ai sui grandi amici di Jp Morgan.
Il vaffa della Merkel a Renzi
Sarà che ai tedeschi i greci non stanno proprio simpatici ma stavolta anche Matteo Renzi l'ha fatta fuori dal vaso. Al fiorentino saranno fischiate le orecchie perché le espressioni usate dalla Germania per commentare l'incontro di ieri è degno del miglior o peggior a seconda dei punti di vista, Club Med. Non sono certo state espressioni diplomatiche e politicamente corrette; fossimo Renzi cominceremmo seriamente a preoccuparci. Se la Germania toglie la fiducia a Renzi per il fiorentino è game over.
Prima vince il NO
Prima il voto al referendum, prima la vittoria del 'no', e solo dopo una nuova legge elettorale. Renzi si tolga dalla testa l'idea di voler fare il regista nella partita della nuova legge elettorale. Sarà il Parlamento a decidere dopo che Renzi sarà andato via. Senza ulteriori imbrogli, e senza ambiguità. No assolutamente ad un dibattito sulla nuova legge elettorale durante la campagna referendaria. Mai seduti al tavolo con Renzi che dà le carte, mai con uno sfiduciato dalla Consulta, mai con un baro. Prima il referendum e poi saranno le Camere a decidere.
Italicum/1
Caos dentro il Partito democratico sul fronte della legge elettorale. Matteo Renzi, colui che aveva imposto l'Italicum con fiducie e violenze nei confronti del Parlamento, adesso apre alla minoranza del Pd per una possibile modifica: 'La legge elettorale si può cambiare. Ragioniamo e ascoltiamoci tutti insieme e troviamo una soluzione'. Intanto - da quanto riportano alcuni quotidiani - tre sembrano le date possibili per il referendum costituzionale: 20 o 27 novembre e 4 dicembre. Invece di giocare al rinvio il premier indichi al più presto la domenica nella quale sarà celebrata la consultazione costituzionale. E in questo senso ci aspettiamo che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, eserciti la sua moral suasion.
Italicum/2
Su 'la Repubblica' una lunga intervista del direttore Mario Calabresi a Giorgio Napolitano, che dice: 'Assurda la guerra alle riforme, ma serve un accordo per cambiare lItalicum. Bocciare la revisione della Carta sarebbe unoccasione mancata, scarseggia il senso di responsabilità'. Sul ballottaggio l'ex Capo dello Stato è deciso: 'Si rischia di consegnare il 54% dei seggi a chi al primo turno ha preso molto meno del 40% dei voti'. Perché Napolitano non ha sollevato questi suoi dubbi quando era ancora al Quirinale e dava le carte per la riforma del sistema di voto? Misteri...
Italicum/3
Infine sul 'Corriere della Sera' intervista di Monica Guerzoni al leader della minoranza dem Roberto Speranza: 'Sull'Italicum subito una svolta o al referendum voteremo No. Nel momento in cui una sola Camera fa le leggi e dà la fiducia al governo, diventa fondamentale come quella Camera viene eletta. Con lItalicum lequilibrio complessivo non è soddisfacente'. Strano partito, questo Pd. Una constatazione chiara e cristallina: se l'Italicum viene dichiarato incostituzionale dalla Consulta (la decisione è attesa per il 4 ottobre) Renzi dovrebbe andare a casa, Renzi verrebbe bocciato insieme alla sua legge elettorale. Sappiamo già che in ogni caso non lo farà, ed anzi il premier cercherà - e queste sue prime aperture confermano le nostre tesi - di sfruttare la situazione per proporre modifiche alla legge elettorale prima del voto referendario. Non accetteremo mai questo ennesimo imbroglio. Mai.
