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Palazzi & potere
Matteo Renzi tiene in pugno Conte: ecco che farà ora. Fate attenzione...
"Le Tre Grazie", murales di Tvboy con Zingaretti, Conte, Di Maio e Renzi.

Mai dire Renzi. E meno male che doveva spaccare il mondo e uscire dal Pd. Perché se l'idea della scissione sta ancora in piedi magari per trattare meglio e direttamente con il Premier Conte le partite politiche ed istituzionali che gli stanno più a cuore compresa la tornata di nomine che ci sarà la prossima primavera, di sicuro però sta perdendo quota rispetto alle scorse settimane, rivela in un dettagliatissimo retroscena Dagospia.

“Non che l'idea  sia tramontata" spiegano dal giglio magico: "L'idea della" Cosa renziana" è sempre viva solo che ha subito un forte rallentamento". Insomma, se fino a poche settimane fa sembrava cosa fatta e tutti guardavano al mese di ottobre e alla prossima Leopolda, ora l'estromissione di Matteo Salvini dalla stanza dei bottoni e l'arrivo di un governo filo Bruxelles a Roma hanno provocato una brusca frenata del progetto.

Anche perché, fanno notare fonti del Nazareno, "Renzi può anche aver avuto ragione nella gestione della crisi politica di agosto ma il suo consenso nel paese continua ad essere troppo basso per pensare di fare una cosa tutta sua ed anche i suoi fedelissimi in parlamento lo sanno benissimo". In poche parole gli ultimissimi sondaggi riservati darebbero un'eventuale cosa renziana persino al di sotto di un'ipotetica soglia di sbarramento del 5%, ovvero tra il 2 e il 4%.

Altro che il 10% sognato dai renziani. E poi, come Dagoanticipato, Guerini e Lotti non lo seguirebbero così come forse anche Marcucci. Per questo ora si dice che la scissione "può aspettare almeno fino a quando non ci sarà la nuova legge elettorale". Anche perchè il senatore semplice di Rignano ha una nuova idea che lo sta ammaliando il queste ore: "E se fossi io il prossimo Presidente del Pd ora che Gentiloni andrà a Bruxelles?".

Già, se Zingaretti glielo chiedesse sarebbe difficile per  il toscano dire di no. "Sarebbe il modo migliore per pacificare il partito dopo anni di scontri e per scongiurare definitivamente ogni ipotesi di scissione" spiegano in Transatlantico. Ma Zingaretti lo chiederà? Anche perché il segretario dem, continua Dagospia, al di là del buonismo di facciata, non ha ancora gradito la "linea diretta" che c'è tra il leader toscano e il bis premier Conte.

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