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Politica
Quirinale: centrodestra diviso, centrismo, stop bipolarismo. Scissione M5s?

Quirinale, le conseguenze del bis di Mattarella: è la fine del bipolarismo

Sei giorni per non cambiare nulla, sei giorni per cambiare tutto. La permanenza di Sergio Mattarella al Quirinale non sarà indolore, anche se apparentemente lascia tutto com'è. Il primo, vero, sconfitto di quanto andato in scena in questi giorni a Roma è il bipolarismo. Secondo un'analisi de il Messaggero, la nuova fase di giovinezza del bipolarismo è rapidamente svanita, "crollata sotto i veti incrociati nella recente battaglia per il Colle. E pensare che gli schieramenti di partenza in questa sfida sembravano disporsi su due fronti, in perfetta logica bipolare, ben oltre le intenzioni originarie dei padri costituenti".

Prosegue il Messaggero: "Il muro contro muro ha portato al crollo di ogni candidatura, una dopo l'altra, e infine al disfacimento e alla scomposizione delle due principali coalizioni in campo.Le ragioni della disgregazione dello scenario politico sono diverse, quasi tutte di carattere elettorale, più che istituzionale. Anzitutto, il dualismo delle principali forze partitiche in entrambi i poli, reso inevitabile dallo scenario attuale con quattro partiti distanziati da pochi punti percentuali nei sondaggi: Lega e Fratelli d'Italia, prima che alleati, sono competitor, e lo stesso vale per Pd e 5 Stelle. Il fine delle loro mosse non è mirato a un generico successo della coalizione, ma a un successo del proprio partito, con conseguente primato all'interno della coalizione".

Quirinale, si spacca in tre pezzi la coalizione di centrodestra

L'esito di questa dinamica descritta dal Messaggero sono sotto gli occhi di tutti. Sempre il Messaggero entra nel dettaglio della spaccatura fra Lega e Fratelli d'Italia, tra Salvini e Meloni. "La leader di Fdi non ha gradito affatto la giravolta dell'ex ministro dell'Interno, anche nell'ultimo vertice del centrodestra aveva promesso che la strada del Mattarella bis non sarebbe stata percorsa". Secondo Repubblica, venerdì notte il centrodestra sovranista ha "esalato l'ultimo respiro".

Il Corriere della Sera sottolinea anche le difficoltà interne di Salvini: "Resta il fatto che sarà per il leader leghista molto difficile spiegare ai militanti l’accaduto: dalla rivendicazione ostinata per il «primo presidente» di centrodestra, al centrodestra che va in pezzi sulla strada di un nuovo sostegno a Mattarella". Tanto che, aggiunge il Corriere, "in Fratelli d’Italia c’è chi ipotizza che possa esserci addirittura un cambio di leadership nel partito". 

Il Manifesto riassume bene la disarticolazione interna a tutte le componenti del centrodestra: "Due voti distinti, tre posizioni diverse. Se infatti per sorella Giorgia quella rielezione è un vituperio, e il suo partito vota infatti Nordio, mentre per Fi è un trionfo, la posizione dello sconfittissimo Salvini è una via di mezzo: più che contento è rassegnato". 

Quirinale, ora Forza Italia guarda al centro. Letta apre a Berlusconi per la riforma elettorale

Già, perché intanto Forza Italia guarda con decisione al centro. "Forza Italia e i moderati si staccano dalla coalizione e puntano a cementare la nuova area politica con una legge elettorale proporzionale", scrive Repubblica. Ed ecco allora sorgere lo spazio di un grande centro nel quale il pilastro potrebbe diventare Matteo Renzi, che intanto riavvia il dialogo con Enrico Letta. Il quale, a sua volta, sempre secondo Repubblica, guarda a Forza Italia per la riforma elettorale che la Leha ha già detto di voler negare.

Quirinale, frattura tra Pd e Conte. L'ex premier alla resa dei conti con Di Maio: M5s a rischio scissione

Il leader del Pd spiega di aver avuto frizioni con Giuseppe Conte, ma di aver chiarito. La realtà sembra diversa. Come spiegano Corriere della Sera e Repubblica, al Nazareno non è passato inosservato quello che definiscono "tradimento" in tandem con Salvini con il contropiede su Elisabetta Belloni. E ora, tra l'altro, dice Repubblica, Conte rischia anche il processo interno al Movimento Cinque Stelle. Secondo Repubblica sarà "questione di giorni, poi arriverà la resa dei conti che potenzialmente può portare ovunque, anche — nel peggiore dei casi — alla scissione più dolorosa di sempre. La chiedono tutti i protagonisti in campo: da una parte c’è il Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte, dall’altro quello di Luigi Di Maio. In mezzo ci sono deputati e senatori che non stanno né di qua né di là ma che in questa elezione presidenziale si sono mossi in autonomia, e in anticipo, nella direzione giusta: quella che premeva per la rielezione di Sergio Mattarella".

Sei giorni per non cambiare nulla, sei giorni per cambiare tutto.

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