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Coronavirus
Covid, Palù: "Vaccini aggiornati per tutti, a settembre la valutazione"
Giorgio Palù (Lapresse)

Covid, Palù: non ha senso parlare di immunità di gregge

"Dobbiamo avere fiducia nei vaccini attuali, che proteggono ancora molto bene verso la malattia grave, e sperare nella ricerca affinché produca per l'autunno dosi aggiornate e farmaci sempre più efficaci". Lo sottolinea Giorgio Palù, professore emerito di Virologia all'Università di Padova, presidente dell'Aifa ed ex membro del Cts, fa il punto dopo in un'intervista a 'La Stampa'. I nuovi dati dell'istituto superiore di sanità sulle 397mila reinfezioni con Sars-Cov-2 da fine agosto. Come contestualizza questi ricontagi? "Sono l'ennesima prova che non ha senso parlare di immunità di gregge - risponde - Per farlo ci vorrebbe un virus stabile e un vaccino che copra totalmente. Da notare invece è che il virus diventa sempre più endemico e che circa il 90% delle infezioni, considerando anche i non vaccinati e i reinfettati, risulta asintomatico".

Vaccini: Palù (Aifa), a settembre valutazione su dose anti Omicron per tutti

La vaccinazione dunque resta fondamentale? "Certamente, purtroppo l'utilità della quarta dose viene sottovalutata sia in Italia sia in altri Paesi come la Germania", aggiunge. E in autunno la faremo tutti? "L'Ema ha ricordato che per l'intera popolazione bisogna puntare su vaccini aggiornati alle varianti e sottovarianti circolanti - rimarca Palù - oltre a cercare nel lungo periodo un vaccino polivalente contro tutti i coronavirus. Quando i primi saranno approvati - verranno valutati probabilmente a settembre - si potranno fare". Perché Omicron produce tante sottovarianti? "Il Sars-Cov-2 varia continuamente in maniera casuale. Può succedere nei soggetti immunodepressi in cui l'infezione dura più a lungo o può avvenire per ricombinazione con uno scambio di geni tra due virus che infettano una stessa cellula umana o animale - osserva lo scienziato - Il caso del passaggio di specie uomo-animale-uomo lo abbiamo già visto con il pipistrello e ivisoni, ma può avvenire anche con altre specie come criceti e furetti. E possibile che in questo momento siamo più attenti che in passato al sequenziamento e dunque seguiamo meglio l'andamento del virus. Non possiamo escludere che Omicron muti in una variante molto diversa e più patogena, ma sarebbe un processo contrario al destino evolutivo del virus che finora ha perso virulenza non infettando più i polmoni".

Epatite, Palù (Aifa): "Causa più probabile adenovirus umano F41"

"Per ora non ha avuto la diffusione che si temeva, nonostante abbia colpito soprattutto bambini sotto i 5 anni non vaccinati contro Sars-Cov-2. La causa più probabile è l'adenovirus umano F41, già associato a forme gastroenteriche", spiega Giorgio Palù, professore emerito di Virologia all'Università di Padova, presidente dell'Aifa ed ex membro del Cts, risponde alla domanda sull'allarme per la nuova epatite acuta di origine sconosciuta in un'intervista a 'La Stampa'.

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