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Cronache
Treviso, protesta nel carcere: i detenuti musulmani si lamentano del cibo

Treviso, nel carcere minorile i detenuti musulmani si lamentano del cibo

“E’ stata una serata di violenza, quella appena trascorsa, nell’istituto penale per minorenni di Treviso, dove un folto gruppo di detenuti – 11 su 13 presenti - ha inscenato una folle e pericolosissima protesta per la presunta scarsa qualità del vitto in relazione, essendo di religione musulmana, al Ramadam in corso”, ricostruisce i fatti Donato Capece, segretario generale del SAPPE. “Ancora una volta il grave episodio non ha avuto un tragico epilogo solamente grazie al pronto intervento dei colleghi della Polizia penitenziaria, ma non si possono dilazionare ancora urgenti provvedimenti per garantire l’ordine e la sicurezza e la piena operatività della Polizia Penitenziaria”.

Capece afferma la necessità di “modificare la legge che oggi prevede che detenuti fino a 25 anni possano continuare a stare ristretti in carceri minorili: una scelta politica sbagliata, che favorisce l’Università del crimine nei minorili, altro che la rieducazione. Avevamo detto che era un errore l’innalzamento dell’età dei presenti nelle carceri minorili: oggi, infatti, possono starci anche donne e uomini di 25 anni. Da quando sono stati assegnati detenuti adulti, per effetto della legge 11 agosto 2014, n.117, questi maggiorenni si comportano con il personale di Polizia e con alcuni minorenni ristretti con prepotenza e arroganza, caratterizzando negativamente la quotidianità penitenziaria. E la loro ascendenza criminale condiziona tanti giovani, che li vedono quasi come dei miti”.

Giovanni Vona, segretario nazionale per il Triveneto del SAPPE, evidenzia: “ancora una volta il grave episodio avvenuto nel carcere minorile di Treviso non ha avuto un tragico epilogo solamente grazie al pronto intervento dei colleghi della Polizia penitenziaria. Le difficoltà logistiche ed operative degli Agenti sono legate alla presenza di una sola sezione detentiva che vanifica i divieti di incontro, mischia pericolosamente detenuti minorenni ed adulti, ed impedisce di avere un Reparto Covid perché le due/tre celle utilizzate sono nell’unica Sezione. E in più i poliziotti penitenziari, chiamati a svolgere turni di 8 ore, non si vedono pagati le missioni e ricevono in ritardo i buoni pasto”.

Il SAPPE denuncia proprio “lo stato di abbandono del personale di Polizia Penitenziaria dell’Istituto penale per minorenni di Treviso” ed auspica urgenti provvedimenti: “l'amministrazione della Giustizia minorile non ha emanato alcun dispositivo sulle regole di gestione e soprattutto d'ingaggio per fronteggiare i soggetti violenti, abbandonando al proprio destino la Polizia Penitenziaria che purtroppo opera, nei turni di servizio quotidiani, senza uomini sufficienti e senza mezzi idonei per fronteggiare questo gravissimo dilagante fenomeno, che mette ad alto rischio l'incolumità del personale.  Il SAPPE adesso dice veramente basta! Va bene il rischio del mestiere per questo personale di Polizia altamente specializzato nella custodia dei detenuti minorenni, ma a questo punto sta diventando sempre più pericoloso fare questo lavoro senza uomini e mezzi appropriati e senza una formazione adeguata”.

Capece rivolge infine “un plauso ai poliziotti dell’Ipm di Treviso che hanno fronteggiato l’emergenza con grande professionalità” e chiede "alla Ministra della Giustizia Marta Cartabia di rivedere questa legge e modificarla nel senso che i maggiorenni devono scontare la pena nelle carceri per adulti, e non per minorenni!”.

 

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