Economia
Borse europee volatili, Milano resta rossa. Lo spread vola sopra quota 160

Lo spread accelera al rialzo e tocca i 161 punti: rendimento decennale all'1,83%. A Milano pesa ancora Saipem. Maglia nera per Diasorin
Lo spread Btp-Bund ai massimi dall'estate 2020 colora Piazza Affari di rosso
Milano si tinge di "rosso": le vendite sui titoli di Stato, che spingono lo spread BTp-Bund ai massimi dall'estate 2020 oltre i 160 punti base, mettono sotto pressione i titoli finanziari e zavorrano l'intero listino milanese. A metà seduta il Ftse Mib di Piazza Affari registra così la migliore prestazione a livello continentale perdendo l'1,26%. Sulla parità Francoforte che sale dello 0,18 e Parigi che perde lo 0,02%, mentre Londra resiste in rialzo dello 0,29% e Amsterdam dello 0,45%.
Intanto gli investitori continuano a monitorare le condizioni dell'economia globale a fronte della prevista stretta di politica monetaria. Il mercato si aspetta infatti più di cinque rialzi dei tassi da 25 punti base da parte della Federal Reserve nel corso del 2022, in attesa della pubblicazione giovedì dei nuovi dati sull'inflazione. Mentre la scorsa settimana il numero uno della Bce, Christine Lagarde, per la prima volta non ha escluso di agire già quest'anno.
Tra i principali titoli milanesi a maggior capitalizzazione, a metà seduta, perdono terreno Unicredit che cede l'1,44%, Bper l'1,18%, Poste Italiane in calo del 2,9% e Generali che segna un -1,2%. Male anche Enel che dopo il downgrade da parte di Fitch. Mentre Saipem scivola ancora in Borsa lasciando sul terreno il 2,05%. Dopo la riorganizzazione manageriale il titolo del colosso energetico resta ancora sotto i riflettori in attesa di novità sul rafforzamento patrimoniale. Maglia nera anche per Diasorin che perde il 3,57%. Mentre Iveco guadagna in controtendenza lo 0,8%.
Sul mercato dei cambi, euro/dollaro poco mosso a 1,1447 da 1, 1448 venerdì in chiusura. La moneta unica europea vale anche 131,58 yen (131,72 venerdì), mentre il rapporto dollaro/yen è pari a 114,95 (da 115,22). Prende fiato il prezzo del petrolio dopo sette settimane consecutive di rialzi: il future marzo sul Wti cede lo 0,88% a 91,50 dollari al barile, mentre i contratti sul Brent con consegna aprile segnano -0,36% a 92,93 dollari.