Guerra Russia Ucraina, embargo sul petrolio russo? Schizzano le materie prime - Affaritaliani.it

Economia

Guerra Russia Ucraina, embargo sul petrolio russo? Schizzano le materie prime

L'ipotesi di uno stop all'import infiammi i prezzi del barile: Wti sale a 124 dollari al barile. Vola il gas. Corrono tutte le materie prime e i metalli

Guerra Russia Ucraina, l'analisi della City su un possibile embargo 

L'ipotizzata messa al bando del petrolio della Russia, paventata dagli Usa, colpirebbe il 5% delle forniture globali di greggio e il 10% dei prodotti raffinati. E anche se non si arrivasse a un embargo, le sanzioni già decise contro Mosca, seguito dell'invasione dell'Ucraina, hanno determinato un fuggi fuggi di imprese, investimenti e tecnologie che può comunque danneggiare le capacità di produzione russa.

Lo rileva il Financial Times in una analisi in cui avverte che le nuove impennate dell'oro nero - che oggi hanno visto il barile di Brent sfiorare brevemente quota 140 dollari, non distante dal massimo storico di 150 dollari toccato (dal Wti) nel 2008 - potrebbero essere destinate a spingersi oltre. Il quotidiano ricorda che proprio nel precedente picco dell'oro nero, nel 2008, la Russia stava per invadere la Georgia e che anche allora i paesi occidentali premevano sulla Arabia Saudita, primo produttore globale e dell'Opec, per aumentare l'offerta e cercare di contenere le quotazioni.

L'ultima crisi interviene dopo una lunga fase in cui a seguito delle scelte di transizione energetica e "green", in molti paesi gli investimenti in nuova produzione sono stati frenati e le forniture non tengono in passo della domanda. In questo modo, in un tempo relativamente breve, rileva prosegue l'FT, si è passati dalla convinzione che la rivoluzione su petrolio e gas di scisto Usa avesse creato un'era di abbondanza delle forniture a una situazione diametralmente opposta. Nelle ultime due settimane, ancor prima delle sferzate di queste ultime ore, le quotazioni dell'oro nero erano già aumentate del 25%.

Il quotidiano cita le previsioni di un analista che si spinge a ipotizzare un barile a 200 dollari. Ma menziona anche fattori sul versante opposto, in particolare la possibilità che una delle ricadute della guerra in Ucraina sia un pesante indebolimento dell'economia, che freni anche la domanda di greggio. E in più un eventuale accordo diplomatico con l'Iran sbloccherebbe ulteriori forniture di oro nero. Peraltro le impennate cadono in un quadro che alcuni, in particolare i sostenitori della transizione ecologica, potrebbero anche vedere con favore.

Ad ogni modo secondo il FT vi sono dei fattori che aumentano l'attuale imprevedibilità dei prezzi. Soprattutto il fatto che questo shock stia deflagrando in un contesto di forti stimoli all'economia, che potrebbe far pensare agli operatori che vi siano margini per assorbire altri rialzi.

 
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