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Economia
Italia in recessione e la colpa è tutta dell'Europa: ecco perchè
(Fonte immagine: La Presse) 

Guerra Russia-Ucraina e inflazione: la recessione per l'Italia non è più solo un'ipotesi 

L'Italia non rischia la recessione, ma si trova già in uno stato di crisi economica cupa. E la “colpa” è interamente dell'Europa. A sostenerlo è Fabio Balboni, senior economist di Hbsc, interpellato da La Verità e ripreso nel blog di Gianluigi Paragone, che sottolinea come “le prospettive dell’economia italiana rimangono soggette a forti rischi di ribasso, considerato che l’Italia è tra i maggiori importatori di gas naturale russo e quindi potrebbe essere gravemente colpita da eventuali e improvvise interruzioni delle forniture”. 

Sulla stessa scia anche il giornalista Paolo Del Debbio che nel suo articolo ripreso da Paragone dichiara: "Fin qui anche noi sapevamo che il caro bollette sta determinando problemi gravissimi nel nostro Paese sia alle imprese, che consumano molta energia, sia alle famiglie appartenenti alle fasce di reddito medie e basse".

"Quello che però non sapevamo, sottolinea ancora Del Debbio, o meglio che pensavamo ma evitavamo allo stesso tempo di pensare che avvenisse, era che tutto questo potesse trasformarsi in una possibile recessione ed invece lo stesso Balboni, che, intendiamoci, non è che qui stiamo prendendo come l’Oracolo di Delfi pendendo dalle sue labbra come una folla di allocchi, ha sostenuto che i rischi di ribasso del Pil sono aumentati in modo significativo e, anche se il settore dei servizi dovrebbe rimanere ben sostenuto grazie all’effetto delle riaperture, non si può escludere una recessione, quindi c’è quanto meno perplessità circa la possibilità che la forte ripresa registrata nel 2021 regga e trascini anche quella del 2022”.

Ma non è tutto. Dietro lo spettro di una recessione sempre più concreta, aleggia l'ombra di un'Europa poco “amica”. Scrive infatti Del Debbio: “Pensiamo che la maggiore colpa sia europea, non per un acritico quanto sciocco filo draghismo, ma perché pensiamo che dinnanzi a una crisi economica della portata attuale o l’Europa rivedeva e sospendeva seriamente i vincoli del deficit e del debito assumendone la garanzia (e ciò poteva essere fatto in vari modi), o avrebbe dovuto immediatamente intervenire con un Energy fund per sostenere le economie dei Paesi, e non pensando che questa crisi si sarebbe risolta con le sanzioni alla Russia e con un’ipotetica centrale unica di acquisto del gas che per ora è stata scritta in qualche documento e si è ascoltata in qualche intervento tanto roboante quanto vuoto”. 

"Quando le crisi investono un continente che ha anche una sua unità politica come l’Europa, conclude il giornalista, non si può pensare che gli Stati membri risolvano i problemi, oltre un certo limite, da soli, perché questo sarebbe come pensare che un singolo Stato dell’America del nord avrebbe potuto risolvere da solo la crisi pandemica e così non è stato attraverso un massiccio e poderoso intervento del governo federale. Ancora una volta l’Europa non c’è, non c’è stata e se c’è stata lo ha fatto non centrando la qualità degli interventi né fornendoli delle risorse necessarie”.

 

 

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