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Economia
Stellantis rileva Share Now: così vuole far ripartire le vendite

Non sarà forse il passaggio definitivo per arrivare ai 300 miliardi di fatturato promessi da Carlos Tavares, ma da ieri Stellantis è ufficialmente ancora più forte nel mondo del car sharing. Annunciata, infatti, l’acquisizione di Share Now, una joint venture tra Mercedes Benz e Bmw, nata dalla fusione tra Car2Go e Drive Now. L’azienda, con sede a Berlino, porterà in dote 14 nuove città europee che si vanno ad aggiungere ai sette centri di mobilità di Free2Move negli Stati Uniti e in Europa. Già oggi quest’ultima società ha una flotta di oltre 450mila auto e 500mila posti auto, oltre a una rete di 250mila stazioni di ricarica.

Ora, la domanda sorge spontanea: perché Stellantis, che ieri ha reso noti dati drammatici sulle immatricolazioni decide di espandersi nel business del car sharing? E perché, oltretutto, decide di entrare in un segmento lasciato libero dai player tedeschi Bmw e Mercedes? I due colossi già dallo scorso anno avevano annunciato che avrebbero lasciato andare questo business, cedendo anche a EasyPark Park Now. Ebbene, secondo quanto può ricostruire Affaritaliani.it, alla base della decisione di Stellantis c’è proprio la necessità di aumentare il numero di immatricolazioni.

A comporre la flotta di Share Now, infatti, saranno soprattutto 500, Peugeot e Citroen, cioè vetture che in questo momento stanno patendo la drammatica situazione del mercato automotive, stretto tra una crisi che non vuole smettere di mordere, la carenza dei semiconduttori e la difficoltà di reperire le materie prime. Provare a introdurre una nuova leva di business, oltretutto evitando di ridurre ulteriormente la produzione, costringendo ad attivare meccanismi di esubero e di cassa integrazione, permette di ottenere ricavi – seppur non enormi – invece che nessun tipo di revenue. È il vecchio detto lombardo “piuttosto che niente è meglio piuttosto”. Tra l’altro, una ricostruzione del 2017 operata da Quattroruote aveva stimato, in Italia, perdite secche per 4.700 euro per ogni auto messa a noleggio

Ma lo scenario è cambiato, la crisi è drammatica, il Covid ha paralizzato le immatricolazioni. E allora Stellantis deve aver pensato che questa soluzione di mobilità alternativa, uno dei capisaldi del programma Dare Forward, potesse rappresentare un ottimo modello per contenere le perdite. Gli obiettivi sono molto ambiziosi: “L’integrazione del forte posizionamento di Share Now nelle principali città europee permetterà ai nostri clienti di avere accesso a una più ampia gamma di servizi per soddisfare le loro diverse esigenze di mobilità”, spiega Brigitte Courtehoux, ceo di Free2move. “È altrettanto importante che questa acquisizione acceleri la nostra crescita in termini di profitto. Ora siamo più vicini a raggiungere il nostro obiettivo di espandere la presenza di Free2move in tutto il mondo, arrivando a 15 milioni di utenti attivi entro il 2030”.

 

 

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