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Esteri
"Qui è l'inferno, scappate". Tutta la rabbia di Putin si scatena sul Donbass

Guerra Russia Ucraina, attacchi a Est. Iniziata l'offensiva di Mosca

La guerra in Ucraina è entrata ufficialmente nella fase due. Putin ha dato l'ordine di bombardare pesantemente il Donbass. Nella tarda serata di ieri le sirene antiaeree sono suonate in diverse città del Paese. Una pioggia di missili ha colpito diversi obiettivi ed è ancora impossibile stimare un bilancio dei pesanti bombardamenti. "Possiamo ora affermare che le truppe russe hanno cominciato la battaglia per il Donbass, per la quale si preparano da tempo. Una gran parte dell'intero esercito russo è ora dedicata a questa offensiva". Lo ha affermato su Telegram il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. Secondo il sito del giornale The Kyiv Independent le forze ucraine nell'Ucraina orientale hanno respinto 7 attacchi russi. Secondo l'esercito ucraino, il seguente equipaggiamento russo è andato perso: 18 veicoli corazzati da combattimento, dieci carri armati, otto camion, quattro UAV e un caccia SU-30.

Le truppe russe hanno preso la città di Creminna, nell'Ucraina orientale. "Attualmente, il controllo sulla città di Creminna è perso, sono in corso combattimenti di strada. Qui è l'inferno, scappate", ha dichiarato il governatore regionale di Lugansk, Sergiy Gaiday, in una dichiarazione sul suo canale Telegram ufficiale, secondo quanto riportato dal The Guardian. Le autorità locali hanno esortato i residenti nelle regioni di Donetsk e Luhansk a evacuare. "I russi hanno sparato a persone che cercavano di lasciare Creminna", ha aggiunto il governatore, sostenendo che quattro persone erano state uccise mentre cercavano di lasciare la città con i propri veicoli.

Circa mille civili si nascondono nei rifugi sotterranei dell'acciaieria Azovstal, a Mariupol. A renderlo noto è il consiglio comunale di Mariupol. Il sito del giornale the Guardian rende noto che, per quanto riguarda i civili, si tratta per lo più di "donne con bambini e anziani". Funzionari di Mariupol hanno aggiunto che le forze russe hanno continuato a bombardare l'acciaieria, nonostante i civili si siano riparati sotto. Il sindaco di Mariupol ha affermato che circa 40.000 civili della città sono stati "deportati con la forza" in Russia o nelle regioni dell'Ucraina controllate dai russi. Lo rivela il sindaco della città, Vadym Boichenko, parlando alla televisione ucraina, come riportato dalla Bbc. Il primo cittadino ha affermato che i numeri sono stati "verificati attraverso il registro municipale".

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