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Libri & Editori
Colleen Hoover tratta il tema della violenza sulle donne

Il problema della violenza sulle donne raccontato da un punto di vista autobiografico, ma al contempo scorrevole ed empatico.

Abbiamo imparato a conoscerla come scrittrice di romance e lei stessa ha più volte dichiarato che considera il suo lavoro al pari di un sogno ad occhi aperti, un divertissement che le permette di evadere dalla realtà per immergersi nella fantasia. Non è però il caso di It ends with us, il primo romanzo in cui la nota autrice statunitense affronta un tema molto delicato come la violenza sulle donne e allo stesso tempo si avventura nel genere dell’autobiografia.

Sarebbe tuttavia sbagliato intendere questo libro scritto, come sempre, con leggiadria, suspense e magnetismo come una vera e propria storia personale, poiché non lo è. La protagonista di It ends with us si chiama Lily Bloom e nella vita non desidera pubblicare libri, ma vendere fiori a Boston; inoltre, come in quasi tutte le opere della Hoover, c’è un’appassionante vicenda d’amore – a dire il vero due – e la complicità di un’amica straordinaria che tutte noi vorremmo avere.

Dunque, si intravede tanta immaginazione dietro al nuovo romanzo in Italia edito da Sperling & Kupfer; nonostante ciò, è indubbio che l’autrice abbia attinto a larghe mani dalla sua esperienza personale. Lo capiamo innanzitutto dalla dedica: “Per mio padre, che ha fatto del suo meglio per non dare il peggio di sé. E per mia madre, che si è assicurata che non lo vedessimo mai quando lo dava”. Se poi avessimo ancora qualche dubbio, la Hoover ci chiarisce ogni cosa nella Nota dell’autrice al termine del testo, dove mette in chiaro quanto sia stato difficile per lei affrontare un tema purtroppo ancora oggi molto attuale: quello della violenza sulle donne. “Quando ho deciso di scrivere questa storia, prima ho chiesto il permesso a mia madre. Le ho detto che volevo pubblicarla per le donne come lei, e anche per le persone che non capivano fino in fondo le donne come lei. Io ero una di quelle”.   

La madre di Colleen ha sposato un uomo violento dipendente dall’alcol. Per molti anni ha subito le sue torture e gli abusi – verbali, fisici, sessuali – fino a quando ha deciso di chiedere il divorzio. Di fronte a una situazione del genere, il pensiero più naturale che ci balena in mente è: a me non potrebbe mai succedere, perché io un tipo del genere lo lascerei al primo schiaffo. È lo stesso pregiudizio che l’autrice stessa si è portata con sé per moltissimi anni, per scoprire infine che dietro a una donna vittima dei soprusi maschili c’è un mondo ben più complesso di quanto si possa anche solo pensare, fatto di vincoli sentimentali, psicologici, economici, materiali, genitoriali.

Ecco allora perché nasce It ends with us. La protagonista Lily è sia figlia di un padre violento sia compagna di un affascinante neurochirurgo che sembra essere perfetto, se non fosse per il fatto che si rivela violento in alcune circostanze. La forte convinzione di Lily che lei non sarà mai come sua madre e la consapevolezza di quanto grave sia la situazione non sono sufficienti a rompere il circolo vizioso: la ragazza si ritrova ad aggrapparsi comunque a scuse plausibili per giustificare il comportamento dell’uomo. Sta a lei e a lei soltanto porre fine a tutto ciò, perché – come cita il titolo del libro – Siamo noi a dire basta.

Chi è abituato alle storie romantiche e a lieto fine della Hoover sia pronto: qui c’è molto altro in ballo e forse non tutto andrà come sperato, ma il romanzo è davvero ben scritto, interessante, coinvolgente, ricco di situazioni realistiche ben poco stereotipate. Lo consigliamo a tutte le donne e magari anche a qualche uomo, per mettere da parte i tanti pregiudizi che possediamo attorno all’argomento della violenza femminile, senza neppure rendercene conto.  

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