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“Rubare la notte” di Romana Petri vola verso il Premio Strega

A terra, poi, Tonio – come erano soliti chiamarlo gli amici – era ancora più spassoso e stravagante: intratteneva intere compagnie grazie ai suoi giochi di prestigio e alle storie al limite della realtà; passava di donna in donna facendo crescere la sua fama di amatore; si perdeva non di rado in pensieri tutti suoi, estraniandosi dal resto del mondo; amava mangiare e bere, il brivido della velocità, la terra d’origine e la famiglia, nonostante gli innumerevoli viaggi. È indubbio che un personaggio del genere dovette attirare su di sé l’attenzione generale più e più volte, fino a diventare egli stesso il protagonista dell’avventuroso romanzo della sua vita: per un suo autografo si era disposti a tutto, le donne gli cadevano ai piedi nonostante non fosse mai stato una bellezza, il suo carisma ineguagliabile riusciva a far capitolare sergenti, capi politici, imprenditori, uomini illustri, che alla resa dei conti gli concedevano sempre ciò che chiedeva. Non ultimo, Tonio era un conte di nobili natali e un fervente combattente, che prese parte alle principali guerre del suo tempo e le seppe raccontare come nessun altro prima di allora: al fascino dello scrittore e dell’aviatore si aggiungeva quindi quello dell’eroe militare con l’uniforme e il fondamentale compito di difendere la patria.

Rubare la notte
 

In tutto ciò, Il Piccolo Principe fu un elemento in più: un successo, certo, ma ben lontano da poter essere considerato l’elemento fondamentale che lo rendeva conosciuto ovunque, o a cui le persone associavano il suo nome. Nonostante fu il frutto di un lungo lavoro intellettuale, nella sua mente doveva essere un libro come gli altri, corredato di disegni e quindi forse più originale, ma non lo considerava sicuramente l’opera della sua vita né il suo capolavoro, primato che a sua detta spettava invece al successivo Cittadella. Non poteva sapere, Tonio, che a distanza di appena mezzo secolo dalla sua morte – la quale contribuì ad alimentarne la leggenda, dal momento che per molto tempo lo si ritenne scomparso nel nulla e soltanto nel 2004 i resti del suo aereo vennero ritrovati – il mondo intero avrebbe collegato il suo nome quasi esclusivamente a un titolo: Le Petit Prince.

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