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Politica
Pandemia, i lati oscuri della gestione dei governi Conte II e Draghi

Affaire autopsie. L’ordinanza ministeriale dell’8 aprile 2020 (art. C, num. 1) raccomandava di non effettuare autopsie sui cadaveri, auspicando la via della cremazione (peraltro in violazione della legge n. 130/2001), con la conseguenza che non è stato possibile comprendere sin dall’inizio se gli oltre ventimila decessi verificatisi nella Fase I fossero tutti morti a causa della Covid o eventualmente anche a causa dei trattamenti a cui sono stati sottoposti.  

Ci sono state le autorizzazioni alla cremazione da parte dei malati o dei parenti più prossimi? Se sì, sono state raccolte regolarmente quando il malato era ancora cosciente, capace di intendere e di volere? Le eventuali autorizzazioni dei parenti sono state rilasciate in libertà o sotto costrizione, anche solo morale? Per fare chiarezza le Procure dovrebbero avviare un’indagine in ordine al reato di distruzione, soppressione o sottrazione di cadavere ai sensi dell’art. 411 del codice penale, cosa che finora non hanno fatto.

< >Bergamo. Siamo sempre nella Fase I della pandemia, dove il Lazzaretto d’Europa è rappresentato dalla città di Bergamo. I medici si sono ben presto trovati nella situazione di scegliere chi dovesse vivere o morire a causa dei pochi letti disponibili in terapia intensiva e la mancanza di sufficienti respiratori polmonari. Non è certo responsabilità di medici e sanitari, ci mancherebbe altro, ma i primi pazienti sono morti perché i polmoni non reggevano all’impatto dei respiratori, mentre dal Ministero della Salute non giungeva nessuna circolare che raccomandasse l’uso preventivo dell’eparina, soluzione adottata arbitrariamente – per fortuna - dalle strutture ospedaliere, che dalla quarta settimana di marzo 2020 in avanti ha evitato morti ulteriori per questo motivo.

Cosa è successo davvero a Bergamo nei mesi di febbraio e marzo 2020? Sono passati due anni e ancora nessuno ha fatto chiarezza se l’inizio del contagio sia dipeso o meno dalla gara di calcio Atalanta-Valencia del 19 febbraio a San Siro. Perché non sono state disposte le autopsie quantomeno sui primi decessi? Anche in questo caso qualcuno dovrebbe essere indagato per il reato di cui all’art. 411 c.p., la magistratura tuttavia non si è mai mossa in tal senso. Ma non solo. Perché nessuna Procura, nonostante siano trascorsi quasi due anni dall’inizio della pandemia, ha mai avviato un’indagine per “delitti colposi contro la salute pubblica” di cui all’art. 425 c.p.?

Questione vaccino Astrazeneca. Il ministro della Salute Roberto Speranza, con comunicato ufficiale del 9 febbraio 2021 n. 29, affermava solennemente: “Oggi in tutte le Regioni italiane arrivano le prime dosi del vaccino Astrazeneca. Saranno somministrate alla popolazione tra i 18 e i 55 anni […]”. Da grancassa i virologi da passerella televisiva, che consigliavano a tutte le fasce di età anche questo tipo di vaccino a vettore virale.

L’Aifa – Agenzia Italiana del Farmaco – ancora il 26 maggio 2021 metteva tutti in guardia in ordine al fatto che si erano verificati casi avversi causati dai vaccini AstraZeneca e Johnson & Johnson di “trombosi dei seni venosi cerebrali (TSVC) e/o trombosi delle vene splancniche, spesso associati alla presenza di trombi in sedi multiple e a piastrinopenia, con emorragie gravi e talvolta segni di coagulazione intravascolare disseminata” osservati “quasi esclusivamente entro circa tre settimane dalla vaccinazione in soggetti sani con età inferiore a 60 anni, prevalentemente donne” [documento Aifa su Complicanze tromboemboliche post-vaccinazione anti-COVID-19 del 26/5/2021].

Il 25 maggio, sulla base della comunicazione ministeriale di febbraio, si vaccinava con Astrazeneca la diciottenne Camilla Canepa di Sestri Levante, morta la sera del 10 giugno a causa di innumerevoli trombi. Da quel momento in avanti Astrazeneca verrà somministrato solo agli ultra cinquantacinquenni e successivamente verrà addirittura ritirato.

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