Smascheriamo il buonismo strisciante: è la forma più becera di razzismo
La politica e la società nell’era della mistificazione e del fraintendimento, dalla Fattoria degli Animali alla sostituzione etnica
Ma il problema se non fosse comico diventerebbe drammatico, se continuassimo ad imporre la vera dittatura di Genitore Uno e Genitore Due, senza immaginare di umiliare quanti (a milioni e milioni) vogliono senza pretese mantenere un’identità di genere senza offendere nessuno, ed è questo il vero problema: se per essere moderni e alla moda bisogna accettare qualsiasi violenza verbale, semantica, ideologicamente scorretta, che diventa corretta se raccontata dai trombettieri a reti unificate.
È il principio del tutti contro tutti, dell’assenza di regole nel combattimento, della forma rispetto alla sostanza, del “tutti gli animali sono uguali ma alcuni sono più uguali di altri”, come è accaduto dal dopoguerra di Orwell a ieri.
Non basta dedicare all’Africa la prossima Biennale dell’Architettura di Venezia per stabilire che i nostri fratelli africani sono meglio di noi, sporchi Europei Colonialisti brutali e devastatori (del luogo da cui tutti noi proveniamo), per riaffermare che la “cultura della cancellazione” possa farci dimenticare, come vorrebbero i radical Brick (mattoni radicali), che tra gli sporchi brutti e cattivi oltre ad Hitler e Stalin ci sono stati Galileo, Raffaello, Cervantes, Brunelleschi e Beethoven.
Per fare un nuovo Rinascimento non serve cambiare il colore della pelle di artisti, curatori, scrittori e pensatori, ma confrontarsi senza retorica sulle capacità e sui talenti, avendo anche l’accortezza di affermare che si può anche sbagliare, nell’imporre qualcuno solo perché è una donna, un omosessuale, un nero, oppure un meridionale o settentrionale: la diversità rispetto a quello che è sempre stato considerato, anche e semplicemente, normale anzi banale.
Il pericolo della Neo Accademia Sociale e Linguistica è più potente di qualsiasi forma di discriminazione, così come Genitore 1 o Padre non possono essere in conflitto, in contrasto, sarà possibile vincere il pregiudizio solo quando nessuno, neppure noi, ci riterremo migliori.
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