Smascheriamo il buonismo strisciante: è la forma più becera di razzismo
La politica e la società nell’era della mistificazione e del fraintendimento, dalla Fattoria degli Animali alla sostituzione etnica
In principio erano i terroni e i polentoni, i negri e i bianchi, le femmine e i maschi, gli invertiti, naturalmente i fasci e i compagni in una costante deriva di insulti, di metafore ardite, di doppi sensi, e di Grillismi (scegliete o il marchese o il comico) ma il piano inclinato avrebbe condotto in fretta verso l’inefficacia di qualsiasi epiteto, spuntato, inane.
Possiamo dunque ri-appropriarci della sana coprolalia, delle espressioni legate esclusivamente all’antipatia, nobile sentimento che accomuna gli uomini e che condiziona qualsiasi ulteriore valutazione, come si può osservare nelle smorfie pietrificate degli Scanzi, dei Cacciari, Giannini e compagnia di giro, sempre pronti a valutazioni fasulle sull’inadeguatezza di quanti non galleggiano nelle redazioni tranquille dei loro amici.
Non c’è nessuna possibilità di aprire momenti dialettici partendo dalla presunzione che Giorgia Prima, figlia della Suburra cerchi sempre di nascondere il saluto romano, il fez, e il gagliardetto della Disperata, rispetto alla bellezza intelligente e sicura di quanti stanno già traslocando verso lidi prezzolati di un cda, di una Presidenza, tra abiure vere o presunte ma sempre in attesa del “sol dell’avvenire”.
Non essendo un paese normale, non avendo una coscienza condivisa e condivisibile ci si schiera, come nell’agone del wrestling televisivo, ma senza sberleffi, senza ironia, perché tronfi della propria cattiveria, e dell’insopportabile spocchia, che questa pseudo- sinistra double face, continua a volerci imporre.
Non moriremo democristiani ma chiedendoci perché Veltroni debba credere di essere un regista, o Zoro un simpatico editorialista, oppure quale regime autocratico voglia abbattere Montanari, mentre la surfista svizzera Elly minaccia sfracelli, dopo le meritate vacanze, ma assomiglia ogni giorno di più a Tomasi di Lampedusa, con Claudio Baglioni post-Pariolino fa capire che la Segretaria è dei “loro” .
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