Cronache
"Centinaia di molestie dagli Alpini, mani ovunque". Scattano le denunce



La replica: "Colpa di qualche infiltrato che si è comprato un cappello con la penna"
Raduno Alpini, le molestie: "Uno ha cercato di leccarmi la bocca"
Alpini nella bufera dopo il raduno di Rimini. La 93esima edizione che si è svolta da giovedì a domenica scorsa in Romagna è stata segnata dalle molestie sessuali. Almeno 150 testimonianze raccolte su Instagram - si legge su Repubblica - svelano le violenze subite dalle donne. Volgarità, apprezzamenti pesanti, palpeggiamenti a ragazze che lavoravano nei locali, a quelle che passeggiavano in strada. Catcalling, in una parola. Per far capire il tenore, twitta una barista: "Un alpino ha provato a leccarmi sulla bocca mentre prendevo un ordine al tavolo. Uno mimava un atto sessuale mentre mi giravo per sparecchiare". Accuse che l’Associazione nazionale alpini (Ana) respinge così: "Non risulta alcuna denuncia alle forze dell’ordine". E se la prende coi “falsi” alpini: "Ci sono giovani che, pur non essendo alpini, approfittano della situazione: a costoro, per mescolarsi alla grande festa, basta comperare un cappello su qualunque bancarella". Il racconto di una ragazza italo-somala molestata mentre faceva servizio tra i tavoli al bar.
"Gli occhi sempre addosso, ti senti denudata, - spiega la donna a Repubblica - anche della tua dignità. E battute continue, volgari, sessiste. Non ci ho più visto quando uno di loro mi ha toccato con una mano il seno, sono esplosa». La 27enne studia a Rimini e fa lavori saltuari per mantenersi agli studi. Accento romagnolo, di nazionalità italo-somala, racconta i suoi cinque giorni da cameriera in un bar in centro a Rimini durante l’adunata degli alpini: «Un inferno. La molestia sessuale non è che non è nulla, è inaccettabile. Solo che non vai a denunciare la battuta. Ma è importante che se ne parli. Ci sta che l’associazione alpini stigmatizzi questi comportamenti, ma i singoli non si scuserebbero mai con me. Si comporteranno così alla prossima adunata".