Economia

Guerra Russia Ucraina e inflazione, Fitch taglia le stime del Pil mondiale

La sforbiciata maggiore riguarda l'Eurozona il cui Pil, è atteso ora aumentare del 3% invece che del 4,5%

Guerra Russia Ucraina, le stime globali scendono al 3,5%, l'incremento Usa è stato limato al 3,5% 

Fitch ha tagliato le proprie stime sulla crescita globale dello 0,7% al 3,5% a causa della guerra in Ucraina. La sforbiciata maggiore riguarda l'Eurozona il cui Pil, è atteso ora aumentare del 3% invece che del 4,5%. L'incremento del prodotto statunitense è stato invece limato dello 0,2% al 3,5%. "Ciò", si legge nell'analisi dell'agenzia di rating, "riflette il freno determinato dall'aumento dei prezzi dell'energia e un aumento dei tassi d'interesse Usa più rapido di quanto precedentemente previsto". La stima di crescita del Pil mondiale per il 2023 subisce una riduzione dello 0,2% a +2,8%. 

Il pesante taglio subito dall'economia dell'area dell'euro, spiega Fitch, "riflette l'alta esposizione agli shock sulle forniture energetiche e il deciso aumento dei prezzi del gas all'ingrosso, che avranno un forte impatto su inflazione e redditi". Germania, Italia e Polonia, che hanno una forte esposizione all'energia russa, subiscono la sforbiciata maggiore, pari rispettivamente a -1,9%, -1,6% e -1% rispettivamente. 

Il Pil italiano crescerà del 2,7% nel 2022 e tornerà ai livelli pre-pandemia soltanto nel terzo trimestre di quest'anno. La stima è di Fitch ratings che ha tagliato dell'1,6% la crescita dell'economia tricolore rispetto al +4,3% precedentemente previsto. Resta invece invariata a +2,3% la previsione per il 2003. La stima sull'inflazione sale dal 2,1 al 3,1%.  La sforbiciata, si legge nel rapporto, "riflette gli effetti della guerra in Ucraina e il suo impatto sull'inflazione e la catena delle forniture, assieme alla già attesa minor crescita nel primo trimestre a causa della variante Omicron" del coronavirus. 

Fitch sottolinea che il gas russo conta attualmente per circa un quinto dei consumi primari energetici italiani totali, la quota maggiore tra le quattro principali economie dell'Eurozona. Per questo, osserva il documento, il Paese "è particolarmente esposto all'aumento dei prezzi del gas naturale e a qualsiasi problema di fornitura. L'impatto sull'inflazione, continua l'analisi dell'agenzia di rating, "spingerà in basso i consumi, anche perché il potere reale di acquisto è tenuto basso dalla scarsa crescita dei salari su base annuale". 

La produzione industriale italiana, annota ancora Fitch, ha cominciato l'anno all'insegna della debolezza, scendendo del 3,4% a gennaio. E secondo l’analisi, è destinata a rimanere debole anche nei prossimi mesi."Ciò detto", prosegue Fitch, "la ripresa del turismo e le spese per investimenti previste dal Pnrr forniranno supporto al settore privato. E anche il mercato del lavoro sarà una fonte di resilienza", con il tasso di disoccupazione atteso scendere al 9,1% nel 2022 dal 9,4% di dicembre 2021.  

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