Lavoro, effetto crisi: tasso di occupazione fermo, crescono gli inattivi
Il numero degli occupati è inferiore di oltre 200mila unità rispetto a febbraio 2020. Rispetto a gennaio 2021 diminuisce il numero di persone in cerca di lavoro
Lavoro, Istat: la disoccupazione cala all'8,8% a gennaio, al 25,3% i giovani
Mercato del lavoro fermo, con i primi effetti della crisi sulle spalle: a gennaio, rispetto al mese precedente, il numero di occupati è sostanzialmente stabile. I disoccupati diminuiscono e aumentano gli inattivi. A renderlo noto è l'Istat che precisa che il tasso di occupazione è stabile al 59,2%. Il tasso di disoccupazione scende all'8,8% nel complesso (-0,2 punti) e al 25,3% tra i giovani (-1,3 punti).
"A gennaio 2022 si conferma la sostanziale stabilità dell'occupazione registrata a dicembre, dopo la crescita osservata nel corso dell'anno, con le uniche eccezioni dei mesi di agosto e ottobre. Da gennaio 2021, infatti, il numero di occupati è cresciuto di circa 730 mila unità e il tasso di occupazione di 2,4 punti percentuali" commenta l'istituto. "Rispetto ai livelli pre pandemia, ovvero a febbraio 2020, il tasso di occupazione, pari al 59,2%, è superiore di 0,2 punti, quello di disoccupazione è sceso dal 9,6% all'8,8% e il tasso di inattività, al 35%, è ancora superiore di 0,4 punti".
La stabilità dell'occupazione, dettaglia l'Istat, è sintesi della crescita del numero di occupati tra gli uomini, i dipendenti permanenti, gli under 25 e gli ultracinquantenni e del calo tra le donne, i dipendenti a termine e gli appartenenti alle classi d'eta' intermedie. La diminuzione del numero di persone in cerca di Lavoro (-2,3%, pari a -51mila unità rispetto a dicembre) si osserva tra gli uomini e per tutte le classi d'eta', con l'unica eccezione dei 35-49enni.
La crescita del numero di inattivi tra i 15 e i 64 anni (+0,6%, pari a +74mila unita') e' frutto dell'aumento osservato tra le donne e tra chi ha meno di 50 anni. Il tasso di inattivita' sale al 35,0% (+0,2 punti). Confrontando il trimestre novembre 2021-gennaio 2022 con quello precedente (agosto-ottobre 2021), il livello di occupazione e' piu' elevato dello 0,5%, corrispondente a 120mila occupati in piu'. La crescita dell'occupazione registrata nel confronto trimestrale, prosegue l'istituto, si associa alla diminuzione del numero di persone in cerca di occupazione (-1,8%, pari a -41mila unita') e di quello degli inattivi (-1,4%, pari a -188mila unita').
Il numero di occupati a gennaio 2022 è superiore a quello di gennaio 2021 del 3,3% (+729mila unita'). Tale aumento si osserva per uomini e donne, per qualsiasi classe d'età e posizione professionale. Il tasso di occupazione è più elevato di 2,4 punti percentuali. Rispetto a gennaio 2021, diminuisce sia il numero di persone in cerca di lavoro (-12,9%, pari a -326mila unità), sia l'ammontare degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-5,0%, pari a -684mila).
Lavoro, Confcommercio: quadro debole, -200mila occupati rispetto a inizio pandemia
"Il rallentamento dell’economia a partire dall’ultimo quarto dello scorso anno comincia a produrre i primi effetti sul mercato del lavoro. Infatti, archiviata la fase di recupero, anche a gennaio 2022, per il secondo mese consecutivo, il numero di occupati è stabile, inferiore di oltre 200 mila unità rispetto a febbraio 2020. Permangono, inoltre, molti elementi di criticità legati alle conclamate difficoltà nell’ambito dell’occupazione indipendente e alla perdurante bassa partecipazione delle donne al mercato del lavoro": così commenta l’Ufficio Studi di Confcommercio i dati pubblicati dall'Istat.
"Va anche segnalato, prosegue Confcommercio, come la discesa del tasso di disoccupazione, che ha raggiunto il suo minimo dalla fine del 2011, al netto dei dati falsati dall’inizio della pandemia nella primavera del 2020, appare legato essenzialmente a fattori demografici più che ad una reale crescita della possibilità di occupazione soprattutto tra i giovani. La riduzione della popolazione nella fascia di età 15-64, con innesti sempre inferiori alle uscite, costituisce un problema strutturale che domanda politiche efficaci di lungo termine".
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