Car of the Year 2026: ecco le 7 finaliste ufficiali - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 17:28

Car of the Year 2026: ecco le 7 finaliste ufficiali

Svelati i finalisti ufficiali del Car of the Year 2026: una sfida che incrocia elettrico, ibrido e tradizione. Il verdetto arriverà al Brussels Motor Show.

di Giovanni Alessi

La corsa al Car of the Year 2026 entra nel vivo con una shortlist che racconta l’Europa che guida:

Citroën C5 Aircross,    Dacia Bigster,  Fiat Grande Panda,  Kia EV4, Mercedes-Benz CLA, Renault 4 e Škoda Elroq. Sette nomi, sette modi diversi di leggere il rapporto tra design, tecnologia ed efficienza, dal fascino rétro della Renault 4 all’interpretazione compatta e razionale della Grande Panda, fino ai SUV elettrici e alle berline a basse emissioni che cercano di mettere d’accordo cuore e portafoglio. È la fotografia di un mercato che cambia, ma non rinuncia alla diversità.

Criteri e giuria: come si sceglie

A decidere sarà una giuria di 60 giornalisti provenienti da 23 Paesi europei, chiamati a valutare innovazione, sicurezza, sostenibilità, qualità percepita e rapporto valore/prezzo. La proclamazione della vincitrice è fissata per il 9 gennaio 2026 al Brussels Motor Show, tappa ormai tradizionale del premio. In mezzo, comparazioni serrate, prove su strada in condizioni reali e un’attenzione crescente alla fruibilità quotidiana dei sistemi di assistenza e di ricarica.

Tendenze 2026: elettrico razionale e spinte rétro

Il filo conduttore è chiaro: l’elettrico entra nella sua fase “matura”, abbandona gli eccessi e abbraccia il razionalismo. La Škoda Elroq interpreta il tema con la concretezza tipica del marchio, la Kia EV4 punta su contenuti e qualità percepita in stile globale, mentre la Mercedes-Benz CLA porta in dote un’aerodinamica curata e la promessa di consumi elettrici contenuti nelle sue varianti. Accanto, l’ondata del neo-rétro mette radici: la Renault 4 rilegge un’icona con il linguaggio dell’energia pulita e la Fiat Grande Panda capitalizza su una piattaforma accessibile e su un’idea di mobilità intelligente pensata per le città europee. Il risultato è un pacchetto di candidate che cercano il punto d’equilibrio tra stile italiano, praticità nordica e spinta asiatica nel software-defined vehicle.

Le grandi escluse (e perché contano)

Ogni shortlist racconta anche ciò che resta fuori. Tra le assenze che hanno fatto discutere spiccano la nuova Nissan Leaf e la Hyundai Ioniq 9, oltre a proposte come Toyota C-HR+, Jeep Compass e BYD Dolphin Surf: modelli attesi e mediatici che non sono entrati nei sette, segno che il baricentro del premio si sposta su auto capaci di sommare innovazione misurabile e accessibilità. La discussione resterà aperta fino al verdetto, ma intanto la fotografia 2026 dice che vince la sostanza più del clamore.

Il peso dell’Italia e la variabile prezzo

Per il pubblico italiano, la presenza della Fiat Grande Panda ha un valore simbolico e industriale. Un progetto che parla di democratizzazione tecnologica, con una gamma pensata per il grande mercato e un’attenzione al TCO che potrebbe incidere nelle valutazioni della giuria. In parallelo, proposte come Dacia Bigster promettono di allargare la forbice della clientela puntando su spazi e convenienza, mentre brand come Citroën tornano a presidiare il terreno del comfortevoluto nelle famiglie compatte, rafforzando il senso di una sfida che si giocherà anche sui prezzi reali e sui servizi collegati, dalla ricarica agli aggiornamenti OTA

Cosa aspettarsi da qui a Bruxelles

Da qui a gennaio conteranno i dettagli: l’efficienza in autostrada delle versioni EV, la coerenza dei sistemi ADAS, il dialogo tra software e hardware dell’abitacolo, ma anche la qualità di marcia nelle strade imperfette che molti europei percorrono ogni giorno. Le sette finaliste arrivano al traguardo con identità forti e obiettivi diversi: chi punta a essere l’elettrica di famiglia, chi rivendica il ruolo di icona pop, chi gioca la carta dell’aerodinamica o del comfort. Sarà un testa a testa di sfumature, più che di cavalli o di schermi: la vera novità del COTY 2026 potrebbe essere proprio questa.