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Caltanissetta, 23 apr. (Adnkronos) - "Attraverso la mia voce vorei dare oggi voce al giudice Paolo Emanuele Borsellino. E fra i tanti frutti avvelenati di quello che è stato opportunamente definito uno dei più gravi depistaggi della storia giudiziaria italiana, alla parte che rappresento è spettata una verità della menzogna, agevolata dalla sconcertante superficialità di tutti i magistrati della Procura allora retta da Giovanni Tinebra". Inizia con queste parole l'arringa difensiva dell'avvocato Fabio Trizzino, legale della famiglia del giudice Paolo Borsellino nonché genero del magistrato, perché marito di Lucia Borsellino, nel processo d'appello sul depistaggio sulla strage di via D'Amelio. Alla sbarra tre poliziotti, Mario Bo, Michele Ribaudo e Fabrizio Mattei, accusati di concorso in calunnia aggravata dall'avere favorito Cosa nostra. In primo grado era caduta l'aggravante mafiosa per due dei tre poliziotti imputati del processo. Prescritti i reati per Mario Bo e Fabrizio Mattei mentre Michele Ribaudo era stato assolto "perché il fatto non costituisce reato"."E se è dimostrato, come risulta dalle loro stesse dichiarazioni, di non essere stati all'altezza della funzione di coordinamento e direzione delle indagini, il primo e più importante argine da opporre alla illecita e abnormi inquinamento probatori realizzati nelle indagini e nei processi Borsellino uno e bis - dice ancora il legale - hanno inoltre abdicato alla loro funzione di controllo e vigilanza sull'operato degli investigatori, lasciati liberi di scorrazzare nel campo dell'illegalità facendo macerie e strame dei protocolli investigativi della legge".E poi parla delle "persone che hanno sfortunatamente incontrato nel loro percorso" i magistrati che fecero le prime indagini "mi riferisco a chi ha patito il carcere il 41 bis e quei poveri disgraziati stritolati e coinvolti in un disegno criminale devastante". Poi aggiunge: "La quasi totalità dei magistrati di questo paese lavora in silenzio sentendo il peso della funzione e non avendo tempo per scrivere libri, per parlare davanti al pubblico di indagini in corso, è a questo ordine giudiziario e in questo ordine che la nostra fede rimane incrollabile nonostante tutto quello che ci è successo".





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