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Politica
Matteo Renzi, Johnny Depp, la giustizia e la freddezza verso i referendum
Matteo Renzi 

La giustizia fa ascolto, ma porterà anche alle urne?

 

Matteo Renzi come Johnny Depp? L’accostamento a prima vista è molto azzardato, ma un fil rouge tra le due vicende esiste. Il notevole successo del libro “Il mostro” si inserisce nel filone di quelli firmati da Luca Palamara e Alessandro Sallusti, legandosi poi all’enorme attenzione mediatica suscitata dal processo Johnny Depp-Amber Heard, trasformato in una sorta di feuilleton dalla copertura televisiva pressoché totale. 

Il tema della giustizia appassiona e non da oggi. Nel trentennale di Tangentopoli, è ormai diffusa la consapevolezza dell’esistenza di un problema da risolvere, per garantire il giusto equilibrio tra i poteri dello Stato. Questo dato di fatto stride con lo scarso interesse nei confronti dei referendum del prossimo 12 giugno. Per correttezza verso i nostri lettori, specifichiamo che non stiamo parlando di sondaggi (che in fase preelettorale non possono essere pubblicati), ma di stime: in questo caso, non occorre essere veggenti, ma basta osservare come i promotori stiano già discutendo dell’attribuzione di colpe in caso di mancato raggiungimento del quorum. 

A dieci giorni dalla consultazione popolare i giornali ne stanno parlando molto poco e questa freddezza si spiega anche con la proverbiale differenza tra la luna e il dito che la indica: se tutti siamo d’accordo con il fatto che esista un problema-giustizia, molto probabilmente non è il referendum la soluzione migliore. Situazioni come questa, che richiedono un delicatissimo equilibrio tra l’esigenza di legalità e la tutela dei diritti individuali, ben poco si prestano alla dicotomia tranchant imposta dalla scelta tra sì e no.

Soprattutto, anche il cittadino più distratto ha capito che alla base c’è un lacerante dualismo irrisolto tra magistratura e politica, ma quest’ultima, appellandosi al referendum, ha di fatto sancito la propria incapacità di arrivare alla soluzione più elaborata che solo in Parlamento si sarebbe potuta raggiungere, facendo sintesi di tutti gli elementi critici di questo fondamentale dossier. A fronte di una così palese ammissione di impotenza, non stupisce granché la freddezza degli italiani, da sempre abituati a stare dalla parte del più forte.  
 

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