Politica

Patto con la mafia per diventare sindaco: arrestato il candidato di FI

Secondo fonti giudiziarie il politico di Forza Italia avrebbe siglato un accordo con i boss della famiglia Sansone, con l'obiettivo di essere eletto

Voto di scambio a Palermo: in manette anche Agostino Sansone, fratello del proprietario della villa in cui Totò Riina passò parte della latitanza 

Pietro Polizzi, 52 anni, ex consigliere provinciale e attualmente candidato nella lista di Forza Italia al Consiglio comunale alle Amministrative di domenica 12 giugno a Palermo, è stato arrestato. Il reato contestato è quello di voto di scambio politico-mafioso. 

Da quanto si apprende da fonti giudiziarie, infatti, l'ipotesi è che il politico abbia siglato un accordo con i boss del quartiere Uditore, i costruttori Sansone, con l'obiettivo di essere eletto.

In manette è finito anche Agostino Sansone, 73 anni, il quale ha già scontato una pena per associazione mafiosa, fratello di Gaetano, proprietario della villa di via Bernini in cui Totò Riina passò gli ultimi mesi della sua lunga latitanza, e un suo collaboratore, Manlio Porretto.

Le indagini e gli arresti si basano su diverse intercettazioni. Solo poche settimane fa, il 10 maggio, ci sarebbe stato un incontro tra Polizzi, in corsa per uno scranno a Palazzo delle Aquile e Agostino Sansone: quest'ultimo avrebbe assicurato il suo appoggio in cambio di favori una volta che il candidato fosse stato eletto. Le indagini della Squadra Mobile di Palermo sono coordinate dal procuratore aggiunto e coordinatore della Dda Paolo Guido e dai sostituti Dario Scaletta e Giovanni Antoci

Voto di scambio a Palermo, Mariella Maggio (Articolo 1): "Errori così a Palermo non possiamo permetterceli" 

"Gli arresti di questa mattina del candidato di Forza Italia Pietro Polizzi e del boss Agostino Sansone confermano la volontà di Cosa nostra di rimettere le mani sul Comune di Palermo. E confermano soprattutto che l'allarme lanciato da settimane dai progressisti palermitani è più che fondato", ha detto Mariella Maggio, segretaria provinciale di Articolo1.

"No, la nostra non è stata speculazione politica, come incautamente ha protestato Roberto Lagalla - aggiunge - E il candidato sindaco della destra non pensi ora di cavarsela con qualche frasetta di circostanza contro la mafia, salvo polemizzare subito dopo con chi ha segnalato il rischio che la nostra città torni indietro di decenni, ai tempi di Vito Ciancimino e del sacco di Palermo. Riconosca piuttosto gli errori commessi accettando di buon grado certi equivoci endorsement alla sua candidatura, dando così l'impressione che era arrivato il momento del 'tana liberi tutti'. Errori così a Palermo non ce li possiamo permettere". 

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