Economia
Guerra in Ucraina, Cingolani: "Subito un tetto europeo al prezzo del gas"

Il ministro: "Per fare a meno del gas russo guardiamo al nord Africa"
Gas, Cingolani: "Proporremo alla Ue di fissare un price cap"
Per fronteggiare la corsa alle materie prime, Stefano Cingolani ritiene che una soluzione percorribile sia quella di fissare un "price cap, un tetto ai prezzi" del gas. E, in un'intervista al Corriere della Sera, il Ministro della Transizione Ecologica annuncia: "Lunedì andiamo con Draghi a parlarne con la presidente della Commssione Ue Ursula von der Leyen. Uno dei temi è il denaro che diamo ai russi per le forniture". A suo giudizio, "in tempi di emergenza si puo' stabilire un prezzo massimo che sia equo in modo che il fornitore non se ne vada: un prezzo al di sopra del quale gli operatori europei non possono comprare, perché oggi la paura dell'interruzione dei flussi dalla Russia sta generando extra profitti per Gazprom tutti a dostro danno". Ma più in generale Cingolani ritiene che ora più che mai serva "un piano nazionale di sicurezza energetica per non ritrovarci più nelle condizioni di oggi. Questa guerra ci obbliga ad accelerare dopo anni di distrazione, ideologia, ipocrisia, balle".
Il Ministro ricorda che "di gas, nel 2000 estraevamo quasi 20 miliardi di metri cubi, nel 2020 poco più di tre: lo avrei capito se intanto avvessimo iniziato una drastica derabonizzazione ma il consumo di gas si è mantenuto fra 70 e 80 miliardi di metri cubi all'anno. Lo abbiamo comprato all'estero, perdendo le entrate da Iva e pagando per il trasporto". Per Cingolani, un'idea sarebbe quella di sganciare le rinnovabili dal metano: "Vent'anni fa aveva senso incentivare pesantemente le rinnovabili che allora erano molto costose. Per favorire questa dinamica si era anche fatto si' che il prezzo dell'unità di energia, il megawattora, fosse agganciato a quello allora più economico del gas.Ora paghiamo in bolletta per questa convenzione per cui si produce energia rinnovabile a bassissimo costo, poi il prezzo va agganciato a quello oggi astronomico del gas. Ma ora non ha senso agganciare il costo delle rinnovabili alla materia prima oggi più cara". In sintesi, per Cingolani, "il piano nazionale di sicurezza energetica deve aumentare il numero dei fornitori. Non abbiamo problemi ad arrivare all'estate, da allora però dovremmo accelerare i nuovi stoccaggi in vista del prossimo inverno".
Guerra in Ucraina, Cingolani: "Così possiamo a fare meno del gas russo"
Per sganciarci dai 25 miliardi di metri cubi di gas di fornitura annua dalla Russia, rivela Cingolani, "guardiamo ai paesi del Nord Africa collegati via gasdotto con noi, ALgeria e Libia. Dopo trattative molto forti, li' abbiamo appena ottenuto qualcosa pià di 10 miliardi di metri cubi supplementari, che possono essere iniettati prima di metà anno. Inoltre metteremo a pieno regime i nostri rigassificatori, prendendo gas liquido da Stati Uniti, Canada e Nord Africa, con un apporto di circa 5 mliardi di metri cubi quest'anno. Dunque 15 dei 25 miliardi russi sono già coperti". Ma non basta: "Stiamo accelerando come non mai sulle rinnovabili e studiamo nuovi rigassificatori, con strutture galleggianti: possono essere messi in funzione in un anno o due. Da li' verranno altri 10 miliardi di metri e dai giacimenti italiani due. L'obiettivo e' essere indipendenti nei fatti dalla Russia in 2 o 3 anni". Per quanto riguarda le centrali elettriche a carbone, "ci servono come garanzia che, in caso di emergenza, non c'è blackout. Gli obiettivi e il calendario di decarbonizzazione del Paese non cambiano. Non bruceremo più gas e faremo andare di più le centrali a carbone solo per qualche mese se si realizzasse qualche evento catastrofico".