Economia
L'ultimo regalo dell'agenda Draghi: il pil corre nel secondo trimestre

Il prodotto interno lordo tedesco è rimasto invariato, quello spagnolo cresce oltre le attese. Rallenta la corsa dell'inflazione
Italia, il pil torna a correre nel secondo semestre
Nel secondo trimestre dell’anno l’economia italiana ha fatto registrare una crescita dell’1% in termini congiunturali e del 4,6% in termini tendenziali. Lo comunica l'Istat, sottolineando che la fase espansiva del Pil presegue pertanto per il sesto trimestre consecutivo, in accelerazione rispetto al primo trimestre dell’anno, quando la crescita era risultata lievemente positiva. La crescita acquisita per il 2022 è pari al 3,4%. L'istituto di statistica "rimarca la natura provvisoria di questa stima, che riflette dal lato della produzione un calo dell’agricoltura e una crescita sia nell’industria sia nei servizi. Un contributo positivo alla crescita è derivato dalla componente nazionale, mentre la componente estera netta ha generato un apporto negativo".
Boom delle assunzioni
Sono 285mila i lavoratori ricercati dalle imprese per il mese di agosto e circa 1,3 milioni per l’intero trimestre agosto-ottobre. Rispetto a un anno fa le previsioni delle imprese sono in crescita con +27mila assunzioni programmate nel mese (+10,8%) e +70mila nel trimestre (+5,7%). Il confronto con il mese precedente registra una flessione della domanda di lavoro dovuta alla naturale stagionalità (-221mila entrate). E' lo scenario che emerge dal Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal. Le previsioni delle imprese appaiono, in ogni caso, condizionate anche dalle crescenti incertezze per il perdurare della guerra in Ucraina, per l’aumento dell’inflazione e per le mutate condizioni di accesso al credito definite con il rialzo dei tassi di interesse nell’area euro. Contemporaneamente cresce ancora la difficoltà di reperimento che riguarda il 41,6% delle assunzioni programmate, in aumento di quasi 9 punti percentuali rispetto ad agosto 2021 quando il mismatch tra domanda e offerta di lavoro riguardava il 32,7% dei profili ricercati.
Piazza Affari in netto rialzo dopo le trimestrali
Avvio positivo di seduta per il mercato azionario, stimolato ancora dalle trimestrali favorevoli delle big del listino. L'indice Ftse Mib segna un progresso dell'1,43% a 22.251 punti. Piazza Affari come le altre borse sale di riflesso alla buona chiusura di ieri di Wall Street. La Borsa di Milanori reagisce però in gran parte ai conti svelati in questi giorni dalle aziende a maggiore capitalizzazione. Questa mattina è stato il turno di Eni, che sul listino realizza ora un +2,9%, mentre Enel che ha svelato i conti ieri a mercato chiuso sale del 2,5%. Bene anche Webuild con un +2,6%, si muove ancora Stellantis (+2,2%), Stm, Moncler. Giù invece Leonardo che cede oltre l'11%.
Male il pil della Germania
L'economia tedesca ristagna nel secondo trimestre, a causa dell'impatto della pandemia di coronavirus, dei problemi della catena di approvvigionamento e della guerra in Ucraina. Il prodotto interno lordo è rimasto invariato da un trimestre all'altro in termini corretti, secondo la stima preliminare diffusa dall'ufficio federale di statistica. Il Pil è aumentato dell'1,5% su base annua a fronte del +3,9% registrato nei tre mesi precedenti.
La Spagna cresce più delle attese
La Spagna ha registrato un'espansione del Pil dell'1,1% nel secondo trimestre rispetto al trimestre precedente, dopo una modesta espansione dello 0,2% nel primo trimestre. Lo rileva una prima stima dell'agenzia statistica spagnola Ine. Gli economisti avevano previsto una crescita del prodotto interno lordo dello 0,3% per il trimestre. L'economia spagnola è cresciuta del 6,3% su base annua nel secondo trimestre, dopo un'espansione del 6,3% su base annua nel primo trimestre. Il dato è superiore al 5,4% previsto dagli analisti.
Il commento di Intesa Sanpaolo al dato Pil del secondo trimestre 2022
A cura di Paolo Mameli, senior economist della Direzione Studi e Ricerche.
Nel 2° trimestre 2022, il Pil italiano è balzato dell’1% t/t, dopo lo 0,1% t/t registrato a inizio anno. Il dato è nettamente più forte sia delle aspettative del consenso (0,3% t/t) che della nostra più ottimistica previsione (0,4%). La variazione annua è rallentata a 4,6% da 6,2% precedente (consenso: 3,7%, nostra previsione: 3,9%). Il Pil ha ora per la prima volta più che recuperato il livello pre-pandemico (+1% rispetto a fine 2019). La crescita “acquisita” per il 2022 (in caso di stagnazione in ciascuno dei due trimestri rimanenti dell’anno) è ora pari al 3,4% (in precedenza era stimata al 2,6%).
Il dettaglio per componenti verrà diffuso dall’Istat in occasione della seconda stima il prossimo 1° settembre. Tuttavia, l’agenzia statistica ha anticipato che la crescita è venuta sia dall’industria che dai servizi (mentre il valore aggiunto è calato nell'agricoltura): in effetti, sulla base dei dati di produzione industriale, era lecito attendersi un apporto positivo dell’industria in senso stretto, speculare a quello, negativo, visto a inizio anno.
Dal lato della domanda, come negli ultimi due trimestri, si è registrato un contributo positivo della componente interna (al lordo delle scorte), mentre il commercio estero ha frenato il PIL, in quanto le importazioni continuano a crescere a ritmi superiori alle esportazioni (non solo in termini nominali). Pensiamo che la domanda domestica possa essere stata spinta soprattutto dai consumi (grazie al rimbalzo della spesa per i servizi dopo l’ondata di Covid d’inizio anno), ma anche gli investimenti dovrebbero aver mantenuto un ritmo positivo.
In sintesi, il dato sul PIL del 2° trimestre è stato più forte di ogni più rosea previsione, e segnala che la nostra stima del 3% sul PIL 2022 (già superiore al consenso) potrebbe essere superata. Per il trimestre in corso, ci aspettiamo un rallentamento, ma con un PIL verosimilmente ancora in territorio positivo, anche grazie alla ripresa dei flussi turistici.
A nostro avviso, l’ampia sorpresa positiva del trimestre primaverile è dovuta principalmente alla ripresa della mobilità personale in conseguenza del minor rischio sanitario, visto che il trimestre si confronta con una prima parte dell'anno in cui l'Italia ha visto il picco dell'ondata invernale di Covid (che ha pesato sia sull'industria che sui servizi).
In prospettiva, riteniamo che i maggiori rischi sul ciclo possano materializzarsi tra 4° trimestre 2022 e 1° trimestre 2023, a causa dell’impatto ritardato dello shock inflazionistico nonché di un possibile razionamento del gas (nella stagione in cui i consumi sono più elevati). Nel complesso, riteniamo che vi siano rischi al rialzo sulla nostra previsione del 3% per il PIL del 2022, e viceversa rischi al ribasso sulla nostra stima di 1,6% per l’anno prossimo.