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Economia
Stop al petrolio russo, Europa divisa: nuova fumata nera per il no di Orban

Guerra Ucraina, embargo al petrolio russo: l'Ungheria di Orban fa muro contro lo stop 

Ennesima fumata nera per lo stop al petrolio russo: Bruxelles non trova ancora la quadra. A fare muro questa volta è l'Ungheria di Orban che ha votato contro lo stop. Secondo il presidente ungherese "siamo in una situazione veramente difficile, essenzialmente per il comportamento irresponsabile della Commissione Ue" che non lascia la decisione agli Stati membri sull'applicazione delle sanzioni. Quanto alla proposta di non includere nelle sanzioni il petrolio proveniente da oleodotto, "è un buon approccio ma abbiamo bisogno della garanzia che in caso di un incidente all'infrastruttura, che passa attraverso l'Ucraina, avremmo il diritto di approvvigionarci" di greggio russo "da altre fonti".

L'ultima riunione degli ambasciatori, durata oltre quattro ore nel pomeriggio di domenica , si è chiusa con un nulla di fatto. Eppure la Commissione aveva messo nero su bianco l'esenzione all'embargo per il petrolio che arriva attraverso l'oleodotto Druzhba che rifornisce principalmente l'Ungheria, ma anche la Polonia e la Germania

Il divieto di importazione si applicherebbe quindi solo al petrolio via mare. Così verrebbe soddisfatta la richiesta del premier ungherese, Viktor Orban, di avere maggiore tempo per potersi garantire l'impegnativa diversificazione. Per riuscirci la Commissione gli lascerebbe un paio d'anni di tempo, oltre a una lauta erogazione di fondi per gli investimenti nelle infrastrutture necessarie.

Ma non è bastato. Non solo perchè l'Ungheria vuole di più, a questo punto non è nemmeno chiaro quanto o cosa, ma ci sono anche altri Stati che non gradiscono il trattamento di favore che potrebbe avvantaggiare anche Polonia e Germania. Anche se questi si sono già impegnati per conto proprio a fare a meno del greggio russo, indipendentemente dalle fonti.

Ue, fuori dal sistema Swift anche Sberbank

Nella bozza di conclusioni del Consiglio Europeo di oggi si punta a a rimuovere da SWIFT la piu' grande istituzione finanziaria della Russia, Sberbank, e un divieto di trasmissione a tre emittenti controllate da Mosca. Lo fa sapere una fonte europea alla vigilia del vertice. 

Ue: Von der Leyen, "dubito intesa su sanzioni nelle prossime 48 ore"

"Sul sesto pacchetto di sanzioni abbiamo lavorato duramente, si sono fatti passi avanti ma non siamo ancora al traguardo: ho aspettative basse su un accordo nelle prossime 48 ore, ma sono fiduciosa che poi ci saranno possibilità di successo. E' importante mantenere la solidarietà e l'unità dell'Ue". Lo ha detto la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, a margine dei lavori della riunione straordinaria del Consiglio Europeo.

In giornata gli ambasciatori si riuniranno per un ultimo tentativo la mattina, qualche ora prima dell'arrivo dei leader. Tuttavia fonti della Commissione hanno già chiarito che è più probabile che si arrivi a un accordo nella nuova riunione degli ambasciatori che si terrà in settimana. Domani i leader si limiteranno a una comunicazione sulle sanzioni, se dovessero entrare nella discussione il vertice rischierebbe di deragliare. 

Al centro dell'incontro dei leader ovviamente c'è l'Ucraina. Dall'assistenza finanziaria (gli Stati si impegnano a fornire 9 miliardi di euro ma non hanno ancora deciso in che forma, quanti in prestiti e quanti in erogazione); agli aiuti aiuti militari "per la difesa dell'integrità e della sua sovranità". Interverrà anche il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, in videocollegamento.

E ciò potrebbe riservare delle sorprese. Già nel suo intervento di marzo aveva lasciato intendere il suo malumore nei confronti dell'Ungheria. Questa volta potrebbe rincarare la dose. Nel menù della cena dei leader c'è l'energia. In particolare l'impegno contro l'aumento dei prezzi, valutando anche un cap price, a condizione che sia fatto con i partner internazionali. Nella giornata di martedì si parlerà invece di sicurezza alimentare con l'intervento del presidente dell'Unione africana, il presidente senegalese Macky Sall.

Nelle conclusioni la Russia viene invitata a "sbloccare l'export di grano". Non è escluso che finisca sul tavolo anche l'ipotesi di una missione navale europea per scortare le navi per fare uscire il grano dal Paese ma al momento è questione che il presidente del Consiglio, Charles Michel, sta trattando a livello di Onu. E non sembra immediatamente applicabile. Così come sono ancora in corso le trattative sui riferimenti all'impegno per processo di pace che attualmente non trova posto nelle conclusioni. 

Embargo al petrolio russo, Borrell: "Siamo al lavoro per trovare un accordo entro oggi" 

A poche ora dal Consiglio europeo straordinario parole di rassicurazione però arrivano dall'Alto rappresentante dell'Ue per la Politica estera, Josep Borrell, che in un'intervista alla radio francese France Info ha dichiarato: "Penso che alla fine ci sarà un accordo sul divieto di acquisto di petrolio russo. Bisognerà tenere in considerazione le condizioni di ogni Paese, ci vuole l’unanimità. Quindi ci sono state delle trattative ieri e ci saranno di nuovo questa mattina. Continueremo e lavorare e penso che nel pomeriggio potremo offrire ai capi di Stato e di Governo un accordo". 

Guerra Russia Ucraina: prezzi del petrolio in rialzo, Brent oltre 120 dollari, poi ripiega

Intanto, mentre gli operatori attendono di vedere se l'Unione Europea raggiungerà un accordo sul divieto del greggio russo, i prezzi del petrolio volano ai massimi: i futures del Brent avanzano dello 0,53%, a 120,06 al barile , mentre i futures del WTI guadagnano lo 0,83% a 116,03 dollari al barile. Entrambi gli indici hanno poi ripiegato, ma il costo del greggio rimane elevato e il trend si riverbera anche sul costo alla pompa. 

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