Esteri
Draghi, Scholz e Macron a Kiev. Ma l'Ue si spacca sull'ingresso dell'Ucraina

Durante la permanenza in Ucraina i tre leader europei dovrebbero incontrare il presidente Zelensky. Ma aumenta il fronte degli scettici sull'ingresso
Missione di Germania, Italia e Francia a Kiev: ma aumentano gli scettici sull'adesione all'Ue dell'Ucraina
Il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, sta pianificando una visita a Kiev con il presidente del Consiglio italiano, Mario Draghi, e il presidente francese, Emmanuel Macron. Lo scrive il giornale tedesco Bild citando fonti francesi e ucraine; la visita - durante la quale i tre leader europei dovrebbero incontrare il presidente Volodymyr Zelensky - dovrebbe tenersi prima del vertice G7 di fine giugno. Secondo Bild, con la loro missione Scholz, Macron e Draghi vogliono dare un segnale dell'unità europea.
Il tutto accadrà prima del decisivo appuntamento del 23-24 giugno prossimi, quando il Consiglio europeo sarà chiamato a esprimersi sul percorso di adesione, e a individuare una road map che dia all’Ucraina una prospettiva ragionevole. Come spiega la Stampa, "i pronostici vedono un consenso unanime sulla candidatura (che è il primo dei quattro passaggi necessari, gli altri sono l’ottenimento dello status di candidato, i negoziati, infine l’adesione), ma da giorni si susseguono anche – a bassa voce – opinioni ispirate a un maggiore scetticismo, che attraversano trasversalmente le diplomazie dei vari Paesi".
Secondo la Stampa, "i più compatti nel sostenere l’entusiasmo della Commissione e di Ursula von der Leyen sono i polacchi e i rappresentanti delle repubbliche baltiche", ma "il fronte degli scettici – che si esercita soprattutto nelle conversazioni private fra i diplomatici e funzionari dei Paesi nordici, ma anche di Francia, Germania, Portogallo – non la pensa esattamente così. Le perplessità sono di vario ordine. Molti sollevano il problema dei Balcani Occidentali" e "poi c’è la condizione dell’Ucraina in sé e per sé: un’economia devastata dalla guerra, un livello di corruzione elevatissimo (122esimo posto su 180 nella classifica 2021 di Transparency International, con il 23% di funzionari pubblici abituati a prendere tangenti), un prodotto interno lordo pro capite che l’anno scorso arrivava a meno di 5.000 dollari (la Bulgaria, il Paese più povero dell’Unione, si aggira intorno ai 12.000) e una popolazione che ne farebbe il quinto Paese più abitato della costellazione comunitaria".